Donne al volante.

Giuro è vera… giuro l’ho vista sin dall’ingresso in vigevanese. Da lontano mi chiedevo “cristo ma in un PARCHEGGIO, proprio qui si doveva fermare?”. Percorrendo la corsia d’ingresso, oltre alle “quattro frecce” ho notato anche il triangolo d’emergenza. Ho pensato ad un cambio di ruota ed invece…
Il gradino di cemento sarà alto circa 35/40 cm. Non so come, ma è riuscita a mettercisi a cavalcioni, con le ruote di destra sospese per aria. Ci sono anche le frecce ben disegnate al suolo, eppure…
Dopo uno scuotimento di testa sono sceso nel parcheggio sotterraneo, ma ancora mi chiedevo come fosse ruscitA in un qualcosa di simile (A maiuscola, la manovra e lo spongebob a ventose sul vetro erano la chiara firma di una donna, ne ero SICURO). Non ho resistito. Sono riuscito dal parcheggio sotterraneo e ho rifatto il giro per fotografare il tutto. Sono uscito dalla macchina e sono andato a fotografare col cell., mentre una voce da dietro è insorta con: “perché… non ci credi?”. Mi giro e vedo una donna, apparentemente trentacinquenne, a cui dico: “no, sa… è che se lo racconto, non mi credono!”. Lei ribatte con: “Bèh comunque sono stata io”. Per gentilezza ho evitato il “signora ci avrei fatto i c…” ma ho preferito un “mi fa l’autografo?”.
Mi ha risposto piegando la testa di lato e sorridendo, con un espressione a metà tra il “mavaffanculo” e il “d’altronde non posso negarlo”.
Sono entrato all’Auchan e per prima cosa sono andato dall’ottico. Non ho resistito… ho fatto vedere all’ottico la foto!!!
Diego.

 

 

 

 

L’elettro-ingegner-fabbro-critico-mistico ovvero il superspocchioso

L’elettro-ingegner-fabbro-critico-mistico ovvero il superspocchioso

Occasionalmente, sulla ciclabile mi capita di fare strani incontri.
Qualche cicloturista, il vecchio che guarda le papere, le auto e i motorini che meritano una storia a parte, l’altro vecchio che pesca trote del naviglio!
Oppure, capita di ingarellarmi con chi mi sorpassa, o viceversa, il sorpassato non ci sta e a sua volta inizia l’inseguimento. A volte è un signore di una certa età con bici da corsa, un ragazzino fissato nel senso della bici a scatto fisso, e altre amenità.

Quello di ieri sera è sicuramente un personaggio meritevole di menzione all’oscar, nella figura unica che ho ribattezzato “L’elettro-ingegner-fabbro-critico-mistico ovvero il superspocchioso”, ora vi spiego il perchè.

Passiamo ai fatti.
Subito dopo porta Genova, raggiungo un ciclista sui 40, con MTB con freni a disco, zainetto, cuffiette bianche hi-tech, contachilometri, che sta discretamente sforzandosi sui pedali. Lo sorpasso appena prima della discesa verso la ciclabile. Lui non ci sta e mi ripassa esattamente mentre io passo tra due pedoni che si spaventano anche un po’. Andiamo avanti così, lui davanti, poi io, fino al ponte della canottieri Milano, finchè lui al mio ennesimo sorpasso si toglie le cuffie e mi parla.

legenda:
personaggi:
EIFCM / E: elettro-ingegner-fabbro-critico-mistico
CITS / C: il sottoscritto
abbreviazioni:
ing: ingegnere

EIFCM: Vai vai, che io oggi ho già fatto 70 km
CITS: Da dove? dal centro sono solo 10!
E: Eh certo, e tutti gli altri che ho fatto? Io sai cosa faccio? Io sono informatico, sistemo i PC, vado avanti e indietro a riparali, sono ingegnere elettronico, sono critico elettronico, sono stato uno dei primi critici elettronici d’Italia. In bici forse mi batti, ma con i PC non mi batti, non mi batte nessuno!
C: Beh, me la cavo discretamente…
E: Ma tu non sei ingegnere elettronico o informatico, io sono 30 anni che faccio l’ingegnere, batto chiunque!
(ma pensa, li batti a fare cosa? battaglie a colpi di hard disk?)
C:E come lo sai? Potrei anche essere ingegnere!
E:Ascolta un consiglio, da ingegnere: l’ing sa che l’elettronica è intorno a te, davanti all’elettronica ci metti qualcosa, altrimenti l’elettronica ti entra dentro. Ascolta bene, tu prendi una pianta, con le punte, un cactus, e lo metti davanti all’elettronica, al pc, allo stereo, sai cosa succede? Il cactus diventa due, quattro, sei, o magari diventa cinque, quattro cactus, ma senza fare niente eh? lo lasci lì, lui prende l’elettronica, cresce, diventa due, quattro, senza bagnarlo. Io ho messo un cactus davanti al pc, al lavoro, a casa, è diventato … vedessi.
L’ing lo sa, l’elettronica è ovunque, ci vuole qualcosa davanti, una pianta, con le punte.
C: quindi prendo un cactus e lo metto davanti al pc
E: si, perchè l’ing sa che se deve riparare il pc non lo tocca dopo che è stato nell’elettronica, prima si scarica. E poi c’è il ferro, io faccio il fabbro, a Trezzano, 6 ore, 8 ore, e il ferro entra dentro, non puoi toccare un pc col ferro dentro, lo rompi, gli ing lo sanno, non puoi toccarlo, devi prima scaricarti.
C: e come scarichi il ferro?
E: prendi un cacciavite tra le mani, stacchi l’alimentatore e lo metti a terra, alla spina, tocchi con la punta del cacciavite l’alimentatore e poi dopo 20 ore puoi toccare il pc. Altrimenti lo sa l’ing, il ferro distrugge il pc.
Perchè se il pc ha preso un fulmine, per ripararlo, se sei ing lo sai, se no sei un fesso, non un ing, un ing lo sa, il pc lo smonta, smonta tutti i pezzi, la scheda video, la cpu, memoria, poi lo lasci lì 36 ore, 40 ore e lo rimonta, e lui si scarica, allora va, senza fare niente.
C: e va? si ripara? anche se ha preso un fulmine?
E: si ripara, gli togli il ferro, l’elettronica, e va
C: allora se fai il fabbro oggi non puoi usare il pc oggi, devi aver aspettato 36 ore, come hai fatto a lavorare col pc oggi?
E: mica c’è solo l’hardware, c’è l’hardware e il software, oggi ho fatto il software.
C: allora non serve essere ingegnere, ora che me l’hai spiegato posso farlo anch’io
E: si, o hai studiato 30 anni come me, o lo leggi su internet, è uguale. Io è 30 anni che studio, ho comprato tutti i libri, io spendo 1500 euro di libri all’anno, costano, ma sono fondamentali, io faccio il critico, devo leggere cosa dicono gli altri, altrimenti non posso criticare, io devo sapere.
C: hai studiato da solo?
E: si non sono laureato ma è come se lo fossi, ingegneria, elettronica, informatica, telecomunicazioni, io prendo i libri e studio, studio da solo da 30 anni

a questo punto arrivo davanti a casa e purtroppo devo salutare il mistico per tornare ad una versione semplificata della realtà!

 

ps: fede commenta con la seguente foto:

cicloturismo: morimondo e naviglio grande, diario di max

Ospito con onore il diario di viaggio di maxtard. L’occasione è la bella gita che abbiamo fatto assieme sul Naviglio Grande

_5233 – 5236: Lunga ed accurata messa a punto dei mezzi alla S. Cristoforo. Ma c’è un limite a tutto ed Alessia dovrà ripiegare sulla bici di cortesia del buon Massimo C.

_5233 – 5236: Lunga ed accurata messa a punto dei mezzi alla S. Cristoforo. Ma c’è un limite a tutto ed Alessia dovrà ripiegare sulla bici di cortesia del buon Massimo C.

_5233 – 5236: Lunga ed accurata messa a punto dei mezzi alla S. Cristoforo. Ma c’è un limite a tutto ed Alessia dovrà ripiegare sulla bici di cortesia del buon Massimo C.

_5237: Si parte!…

_5238, 5241, 5242: … e qualcuno da subito lezioni di stile e di look al resto del gruppo 🙂

_5238, 5241, 5242: … e qualcuno da subito lezioni di stile e di look al resto del gruppo 🙂

_5238, 5241, 5242: … e qualcuno da subito lezioni di stile e di look al resto del gruppo 🙂

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_5245: Sergio sulla sua “naked” con freno a pedale

_5426 – 5252: Sosta rifornimento acqua minerale a Trezzano e prime foto di gruppo

_5426 – 5252: Sosta rifornimento acqua minerale a Trezzano e prime foto di gruppo

_5426 – 5252: Sosta rifornimento acqua minerale a Trezzano e prime foto di gruppo

_5254: Uhm…, sarà inglese o tedesco?

_5256 – 5261 : Tutti fermi ad Abbiategrasso a guardare il funambolo che cammina sulle acque!

_5256 – 5261 : Tutti fermi ad Abbiategrasso a guardare il funambolo che cammina sulle acque!

_5256 – 5261 : Tutti fermi ad Abbiategrasso a guardare il funambolo che cammina sulle acque!

_5256 – 5261 : Tutti fermi ad Abbiategrasso a guardare il funambolo che cammina sulle acque!

_5264 – 5266: Si riparte verso Morimondo e finalmente in mezzo al verde

_5264 – 5266: Si riparte verso Morimondo e finalmente in mezzo al verde

_5264 – 5266: Si riparte verso Morimondo e finalmente in mezzo al verde

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

_5267 – 5283: Sosta “bellezze al bagno” sfidando la corrente ed i batteri del canale

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_5288 – 5338: Sosta al Kiosko: http://www.morimondoinchiosco.it/

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_5292 – 5296: Rane fritte?! Philippa molto probabilmente nella 5295 sta pensando: “yummy!”

_5292 – 5296: Rane fritte?! Philippa molto probabilmente nella 5295 sta pensando: “yummy!”

_5292 – 5296: Rane fritte?! Philippa molto probabilmente nella 5295 sta pensando: “yummy!”

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_5299, 5301: Le ladies provano gli occhiali vintage

_5299, 5301: Le ladies provano gli occhiali vintage

_5299, 5301: Le ladies provano gli occhiali vintage

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_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5317 – 5323: Tomas da lezioni di vernacolo e relativa sboccataggine livornese

_5324 – 5327: Andrea mostra il suo attrezzo

_5324 – 5327: Andrea mostra il suo attrezzo

_5324 – 5327: Andrea mostra il suo attrezzo

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_5337 – 5339: Paola fa pratica da cameriera

_5337 – 5339: Paola fa pratica da cameriera

_5337 – 5339: Paola fa pratica da cameriera

_5340 – 5341: Cary rapito dall’abazia di Morimondo va a comunicare le sue impressioni al gruppo…

_5340 – 5341: Cary rapito dall’abazia di Morimondo va a comunicare le sue impressioni al gruppo…

_5342 – 5344: …che però è più interessato ad avere ragguagli sui calzini

_5342 – 5344: …che però è più interessato ad avere ragguagli sui calzini

_5342 – 5344: …che però è più interessato ad avere ragguagli sui calzini

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_5353: Ultimi saluti con il gruppo ancora al completo prima della divisione tra gli “infaticabili” che giungeranno fino a Turbigo e gli “impegnati” che devono rientrare in città

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5357: Cary Grant in modalità James Bond

_5360 – 5361: Volata quasi finale degli “impegnati”

_5360 – 5361: Volata quasi finale degli “impegnati”

ciclabile: sturdita numero 1

Ieri notte, verso mezzanotte, solita ciclabile e solita scena dell’auto che percorre indisturbata la pista.

Ma una sorpresa animerà la scena: la sturdita batterà ogni record di stupidità.

La fermo, e chiedo:

cits: “Scusa, ma dove stai andando”?

sturd: “Mi sono accorta tardi che è una ciclabile, stavo cercando di andarmene da Porta Genova, ma non riesco a capire dove si esce.”

(ora, sorvolo sul fatto che la ciclabile ha sì la linea di mezzeria, ma al massimo puo’ essere confusa in strada per automobiline a pedali)

cits: “Da porta Genova? ma tu arrivi da Corsico e stai andando verso porta Genova!”

sturd: “Si, sono arrivata in fondo, ma siccome ho visto che non portava da nessuna parte, ho girato e sono tornata indietro”

cioè questa si è fatta tutta l’alzaia, la ciclabile verso corsico, la strada verso il ponte di corsico, ad un certo punto ha pensato che le povere fabbriche che sono lì al suo lato ricevessero merci via aereo, via bici, o nave, ma di certo non c’è una strada che ci arriva, e quindi è tornata indietro, sempre sulla ciclabile.

questa per ora le ha battute tutte!

Bernina Passau Praga, cicloturismo, 2009

http://goo.gl/maps/iTM7

ven 14/8/09 – dom 30/8/09
giorno 0, ven 14/8/09
Milano – Varenna (treno)
Rik ed io prendiamo il treno da Centrale verso Varenna per dormire a casa di Paola.
Rik, nottetempo, con gli strumenti del padre di Paola, punte millimetriche del 4.6, aggiusta il portapacchi della sua bici, o meglio, di sua sorella!
Firmiamo il frigo di Paola per testimoniare il passaggio.

Giorno 1
Bernina – Madulain
Varenna, rendevouz con tutti, leghiamo le bici in treno e si parte. A Chiavenna Marisa scende per scalare il Maloja. Noi proseguiamo fino a TIrana, poi col treno svizzero del Bernina. In treno conosciamo un ciclista di endurance che fa gare di 29h alla media di 28km/h !
Scendiamo a Spizio Bernina, in bici fino al passo Bernina, poi discesa. Mi perdo al bivio dopo la prima salita. Ritrovo tutti al ghiacciaio Morteratsch.
Salita a piedi sul ghiacciaio, ovviamente freddo becco.
Campeggiamo a Madulain, le ragazze dormono nelle tipiche botti del campeggio. Pizza a La Punt.
Salutiamo le autoctone che ci rispondono con il tipico saluto svizzero: “Allegra”!

Giorno 2
Madulain – Zernez
Lasciamo le borse al campeggio per la prima salita nella splendida valle Chamues (Chamuera in italiano) con un faticoso sterrato dove perdo il faro anteriore. Lo ritrovera Marisa!
Arrivati al passo, pranziamo al sacco. La discesa dà molte soddisfazioni.
Ci separiamo, Duccio mi trascina verso il treno e poi ai pedali sul passo dell’Albula, quota 2314, foto e spilla commemorative, discesa in tempi record (13′).
Torniamo per un pezzo in treno, recuperate le borse al campeggio cerchiamo di raggiungere gli altri prima del tramonto. Ingaggiamo una gara con dei cicloturisti ex DDR.
Arriviamo in ritardo al campeggiamo a Zernez, qualche muso lungo ad attenderci.

Giorno 3
Zernez – Scuol
Colazione coop.
Attraverso una faticosa salita, passando dai paesini di Sus, Lavin, arriviamo a Guarda, dove io e Rik pranziamo sulla panchina e aprofittiamo per stendere le tende bagnate ad asciugare al sole, con irritazione degli autoctoni.
Facciamo due chiacchere con due ragazze cicloturiste francesi.
Proseguiamo per Scuol, dove campeggiamo in un posto magnifico, oltre al ponte sul fiume, da cui si gode di un bel paesaggio.
Ci rilassiamo alle terme, con sauna e docce scozzesi, per finire con una pizza alle 11!

Giorno 4
Scuol -Martina –  Landek
Ci dividiamo, Duccio, Paola, Elena ed io ci rechiamo ad un castello imperdibile, dopo una salita insormontabile, purtroppo è chiuso.
Ritroviamo gli altri che si sono fermati ad asciugare le tende qualche km dopo
L’ultimo pranzo svizzero lo consumiamo pochi metri prima di Martina, al confine con l’Austria. Rik stupisce tutti con il tagliere della nonna, estratto magicamente dalla borsa di Eta-Beta, affetta salumi e formaggi.
Passiamo dalla splendida valle, molti tunnel della statale.
Arriviamo a Landeck, in Austria, dove un gentile ospite ci accoglie nel suo b&b. Anche la cameriere del ristorante si ferma volentieri a scherzare con noi.
Marisa, dura e pura, dorme in campeggio, sotto un albero di frutta, i cui frutti grandinano sulla tenda di notte.

Giorno 5
Landek – Innsbruk
Partiamo alle 9.30, percorriamo il fiume Inn fino a quando si allarga parecchio, una parte del letto ghiaioso è asciutto. Ne aprofittiamo per scendere a fare la pausa pranzo.
Vediamo parecchie persone che fanno rafting lungo il percorso.
Arrivati ad Innsbruk, fatichiamo un po’ per trovare l’ostello, che è un po’ in periferia. Dobbiamo telefonare e chiedere indicazioni direttamente a loro!
Perdiamo Roberto in giro, ma all’ostello conosciamo Miriam, italiana, che ci fa compagnia durante la visita notturna della città. Per l’occasione lasciamo riposare le biciclette e le gambe e prendiamo autobus e al ritorno il taxi.
Ci corichiamo nella mini stanzina dell’ostello, da 6 persone con letti a castello tripli!

Giorno 6
Innsbruk – Wattens – Schwaz – Kufstein
Partiamo presto, alle 9, una pausa a Wattens, al museo di Swarowsky, dove c’è la famosa fontana all’ingresso.
Altra pausa, per il pranzo, nel cortile della chiesa di Schwaz, Parish Church, con i suoi stupendi portici.
Il pomeriggio prosegue in tranquillità, sulla ciclabile lungo il fiume, forse troppo, tanto che ci distraiamo e avviene quasi un tamponamento tra le nostre bici.
Arrivati a Kufstein, non troviamo posti liberi per tutti nelle locande, nè negli alberghi. Ci dividiamo, Rik, Marisa ed io cerchiamo il campeggio della città, scopriamo però che quello che la nostra guida segnala, in centro, è chiuso da tempo per un crollo. Affrontiamo la salita per cercarne un altro, arriviamo al www.camping-maier.com davanti ad un’ottima trattoria, che ci sfamerà dalle lunghe ore in bici.
Marisa ed io decidiamo qui di iniziare a scrivere la cronaca del viaggio.
Rimaniamo molto impressionati dai Rad bike service point, lungo la strada si trovano dei box di metallo che contengono una attrezzatura molto fornita per eseguire la manutenzione della bici: chiavi, brugole, pompa con compressore, pinze, … In Germania se ne trovano di simili, ma in Austria sono più curate. In italia forse durerebbero 1 ora!

Giorno 7
Kufstein – Wasserburg
Ci svegliamo presto, non ha piovuto ma la tenda è umida.
Alla guest house di ieri sera facciamo una colazione molto abbondante, alla tedesca, ci siamo abituati subito agli affettati la mattina!
Di conseguenza quando torniamo a valle per ritrovarci con gli altri alla stazione siamo in ritardo.
L’Austria batte la svizzera ad ospitalità, cucina e simpatia, ma dopo aver pedalato nelle splendide valli dell’Engadina, la ciclabile lungo questo tratto sull’argine dell’Inn ci sembra un po’ pallosetta. Non migliora molto l’entusiamo avere i cartelli chilometrici sulla ciclabile che ci segnalano la distanza da Passau.
Decidiamo quindi per una deviazione, giungiamo ad una fattoria sperando di recuperare del cibo, ma i fattori sembra che siano momentaneamente assenti. Poco male, a quanto pare hanno una smodata fiducia nel prossimo, il loro negozietto di prodotti biologici e locali (formaggi, yogurt, frutta, pane) è fai-da-te, ovvero, come spiega un cartello, scegliamo, tagliamo, pesiamo, facciamo i conti e mettiamo i soldi nell’apposita cassetta! Chapeau!
Ancora qualche chilometro e trovato uno splendido, ampio, ombreggiato e paludoso argine, ci fermiamo a pranzare.
Troviamo un’altra fattoria deserta, e poi un cimitero, (feldkrinken?) dove poco romanticamente riempiamo le borracce.
Riprendiamo la ciclabile: l’ultimo tratto è tutto sterrato, un bel sentiero saliscendi tra il bosco e il fiume, che si affronta meglio con le mountain bike, dove mi diverto un mondo ma probabilmente danneggio le borse!
Arriviamo a Wasserburg, stupenda città medievale costruita nell’ansa dell’Inn, e in pieno centro Rik si addormenta appoggiato al muro, sfinito. Io e Roberto cerchiamo un ostello, vista l’aria di pioggia imminente il campeggio sembra poco pratico, ma dopo varie telefonate non ne veniamo a capo. Un’ultima telefonata ci fornisce un ostello libero, vado in avanscoperta a verificare, peccato sia alla fine di una salita interminabile e che non vedendolo al primo colpo me la rifaccio due volte!
Alla sera, benchè stravolti, non ce la sentiamo di lasciare inesplorato questo splendido borgo, ci rechiamo quindi in centro a bere birra e mangiare in una locanda molto carina, dove Marisa prende la birra grande (1L !!! ma forse ricordo male 😉
Rik ed io decidiamo di terminare la serata con una sfida in sala giochi, calcetto contro autoctoni, persa causa ganci!

Giorno 8
Wasserburg – Gars – Mühldorf – Marktl – Simbach – Branau
La città dal nome d’acqua porta la pioggia, sia durante la notte, sia al nostro risveglio.
Decidiamo di procedere comunque, indossiamo i kway e proteggiamo le borse con le protezioni antipioggia. Dopo 1 km già ci perdiamo, ad un bivio, io e Rik andiamo verso lo sterrato lungo il fiume, gli altri chissà!
Facciamo circa 20-25 km di pista molto divertente, inzuppandoci d’acqua e di freddo, fermandoci a ripararci in una casupola di legno forse riparo per chi aspetta l’autobus.
Arrivati a Gars, ci ripariamo nel bar / pasticceria della stazione; per scaldarci un po’ due the caldi a testa. Siamo gli unici, tutti gli altri trangugiano birra a volontà. Tergiversiamo nel negozio di birre attiguio, attendendo che spiova. Nel frattempo ci raggiungono Marisa, Paola ed Elena. Dopo un conteggio delle forze, Rik, Elena ed io decidiamo di prendere una scorciatoia in treno, mentre le altre proseguiranno eroicamente sotto la pioggia.
Risparmiamo circa 25 km e scendiamo a Mühldorf. La pioggia un po’ ci grazia, quindi via verso lo sterrato.
Ci concediamo una pausa in un giardino, forse orto didattico, dove capiamo la differenza tra forma e sostanza con delle bruttissime ma succose mele che diventano la nostra merenda.
La tappa successiva, tra una leggera pioggerella sopportabile, è a Marktl, città natale e museo del Papa Benedetto XVI, dove troviamo la casa del Papa, la birra del Papa, il museo, … e il fratello del Papa (così dice) che ci avvisa che le nostre amiche sono appena arrivate e sono al bar: ora, come fa a saperlo? o i poteri mistici si tramandano per fratellanza, oppure siamo tra i pochi cicloturisti della giornata!
Finalmente un po’ di strada asfaltata, la seguiamo fino a Simbach, dove le bici vengono premiate con una doverosa lavata all’autolavaggio, con la canna ad alta pressione.
Al telefono prenotiamo il vicino ostello, a Branau. Scopriamo che nelle altre stagioni è una scuola, invece d’estate oltre che ostello è anche centro sportivo, dove molte squadre di pallavolo femminili sono in ritiro!
Torniamo in centro a Branau per la cena, vediamo quella che probabilmente è la casa natale di Hitler, lo capiamo dal monumento all’olocausto posto davanti.
Come gran finale, Rik mi trascina di nuovo a Simbach, troviamo una festa di paese con musica rock dal vivo, birra buona, e un gruppo di ragazze che festeggiano l’addio al nubilato. Che volere di più?

Giorno 9
Branau – Schärding – Passau
La mattina scorre veloce lungo questo tratto ampio del fiume, possiamo scegliere di percorrere la sponda austriaca o tedesca, la ciclabile è ben segnata da entrami i lati.
La fame si fa sentire, non vediamo l’ora di arrivare alla tappa prefissata per il pranzo, Schärding. La cittadina si trova al di là del fiume, oltre al ponte, si intravede la rocca sulla quale è stata fondata.
Ci rilassiamo passeggiando per le vie del centro e per l’ampia e colorata piazza con le case strette e multicolori, dove si tiene il mercato dell’antiquariato. Mangiamo al parchetto e assaporiamo delle birre della fabbrica datata 1590.
Risolviamo la riparazione della camera d’aria della bici di Marisa all’attrezzatissimo punto di riparazione bici, che ha tanto di distributore automatico di camere d’aria e accessori vari!
Riprendiamo le bici e attraversiamo un tratto paludoso, dove ci sono le torrette per il birdwatching.
Più avanti su delle falesie troviamo i free-climbers che si esercitano.
Ormai siamo quasi arrivati alla meta, l’euforia inizia a farsi sentire, facciamo gli scemi ad un parchetto, sui giochi dei bambini, scattiamo qualche foto sulle auto giocattolo.
La vista dei cartelli con la scritta “Passau” ci dà forza e sorrisi. Percorriamo l’ultimo tratto del lungofiume che porta alla confluenza dell’Inn nel Danubio con passo solenne, cantando e girando dei vide di ricordo.
All’arrivo tratteniamo un attimo il fiato ammirando lo spettacolo dei due fiumi che si abbracciano, si toccano, ma le cui acque non si mischiano se non dopo qualche chilometro, i loro colori uno più marrone l’altro più azzurro mantengono una netta linea di separazione, che poi si confonde all’orizzonte.
Ci scateniamo in foto e riti scaramantici, Cits bacia terra, qualcuno rischia di cadere con le bici in acqua, aggiungiamo una strofa alla canzone per commemorare l’evento.
I km sono 66.64 oggi, quasi 600 in totale.
Ora iniziamo a guardarci intorno. Da qui si vede bene il castello che domina la sponda sinistra, dentro il quale sta l’ostello. La posizione è magnifica, non vediamo l’ora di ammirare la vista da lassù.
Scatta l’ultima tappa, con salita del 22%, più 5 piani a piedi nella torre del castello, dov’è la nostra camera!
Festeggiamo con una cena in uno dei pochi locali aperti la domenica sera. Anche il locale che una delle nubilanti mi ha segnalato ieri è chiuso, peccato! Decidiamo che al ritorno vogliamo evitarci di rifare la salita, quindi cerchiamo di telefonare ad un taxi, parlando poco tedesco e inglese da una cabina a gettoni, altro che web 2.0!
Nell’attesa, ammiriamo il palazzo comunale con indicate le tacche delle alluvioni nei vari secoli, non sapendo ancora che fra neanche un anno avrebbero dovuto aggiungerne una!
Di notte, nell’ostello, facciamo il bucato nella lavatrice a gettoni, per avere finalmente dei vestiti puliti per i giorni a venire.

10, Passau e divisioni, Rohrbach
Rik deve suo malgrado tornare, lo accompagnamo malinconici alla stazione. Una bionda ci dà indicazioni per trovare la stazione, ma la qualità delle indicazioni ci permette di aggiungere una strofa alla nostra versione di “serenità”: chiedi alla bionda sbagliata, e perdi mezza giornata…
Per me è tempo di sistemare un po’ la bici e i bagagli, mi fermo da un validissimo ciclista nel centro, sulla sponda del danubio, che mi sistema il cambio (deragliatore anteriore), la luce, compro i ricambi per i supporti delle borse (che torneranno utili sulle strade sterrate ceche) ed un campanello per fare folklore.
Un’altra sosta al mediamart mi permette di archiviare le troppe foto su una chiavetta usb e liberare la macchina fotografica.
Torno in stazione giusto in tempo per salutare le ragazze che partono per continuare la ciclovacanza da innsbruck verso casa, attraversando il brennero.
Passo un’oretta su internet a consultare le mappe, chattare con mia cugina e il mitico Paolo dalla Scozia. Alla fine ho deciso dove andrò. Da una fornitissima libreria recupero la mappa Bikeline della Moldau Radweg che spiega in dettaglio la strada verso Praga.
Lascio Passau nel primo pomeriggio, per 50 km lungo il Danubio, su una ciclabile che è affollatissima di cicloturisti, famiglie, coppie e solitari, posti di ristoro, punti di riparazione.
Attraverso il fiume (verso sud) su di una barchetta, proprio nel punto dove c’è la famosa ansa fotografata da tutto il mondo http://www.panoramio.com/photo/13616845 . Alla base della salita per il punto panoramico, tra i vari ciclisti, noto due americani che stanno viaggiando su due folding bike fully loaded!
Dopo qualche km ancora in sella, una seconda barca mi riporta sulla sponda nord, da Kobling a OberMuhl.
Una serie di salite per circa 16 km mi porta fino a Rohrbach. Arrivo parecchio stanco ad un alberghetto carino, una cameriera con simpatie per i cicloturisti mi offre una camera scontata a 30 euro, accetto volentieri! A cena, altri suoi conoscenti indovinano che sono italiano dai miei sandali SENZA calzini! 😉

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