FILM: The Imaginarium of Doctor Parnassus

Lo stle di Terry Gilliam è unico e l’ho sempre adorato dai tempi de Il Barone di Munchausen.
Film onirico e fantasioso che cavalca l’eterna lotta tra il bene e il male, che insegna come si paghino certi errori, soprattutto quelli dati dalle debolezze personali.
Il cast è d’eccezione (Christopher Plummer, Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law, etc..) e il risultato si vede. Può piacere o non piacere il genere, ma il film credo sia davvero buono.
Lo consiglio.

FILM: Shutter Island

Bèh, oltre alla conferma che Di Caprio è un ottimo attore, il film in generale l’ho trovato molto bello. Un bel noir dalle atmosfere kafkiane, con un bel merge tra l’essere old sltyle quanto basta, gotico e thriller senza però esagerazioni splatter da B-movie.
Giudizio positivo, anche se psicologicamente non proprio leggero, anzi. Negli ultimi istanti del film ho iniziato a chiedermi se quello che sto vivendo oggigiorno sia davvero realtà o frutto della mia immaginazione.
Film che consiglio di buon grado.

FILM: Surrogates

Béh l’ho trovato interessante. Il film parla di come quasi ognuno di noi, in epoca odierna viva sdraiato a casa collegato ad uno suo surrogato cyborg che vive il quotidiano al posto nostro. Tutti perfetti, belli, forti ed efficienti, senza possibilità di farsi male o di ammalarsi.
Il film e le tematiche pensavo fossero banali, ma guardandolo l’ho trovato meno scontato di quanto pensassi.
Effettivamente l’informatizzazione dei giorni nostri ha cambiato moltissimo le relazioni sociali ed espandere questo concetto poi anche alla vanità personale che tocca molti di noi a livello fisico è qualcosa di non così banale e scontato. Non è banale neanche l’alienazione di chi si vende per un buon aspetto esteriore e soprattutto chi lucra economicamente sulle irritanti debolezze psicologiche delle persone. In questo mondo di Barbie & Ken ovviamente si perde anche molto e il film fa riflettere.
Insomma, non è un filmone da cineteca ma dopo aver visto recentemente “Saturno Contro” di Ozpetek che ho trovato profondamente depressivo (stavo per tagliarmi le vene, giuro), sentivo bisogno di un film decisamente meno impegnativo e “leggero”.

FILM: Baarìa

Sono molto deluso e non sono sorpreso della sua esclusione all’oscar. La politica ormai un po’ sinistrorsa del “tanto basta il concetto” credo sia tramontata da un pezzo ma in Italia ancora non ce ne rendiamo conto.
Il doppiaggio… cristo questo doppiaggio di merda che detesto ed è un eterno cancro nella cinematografia italiana, peggiora soprattutto quando in audio si hanno dialoghi siciliani che sembrano la caricatura di loro stessi. Attori siciliani che sottolineano il proprio accento in maniera grottesca e ancor peggio persone che imitano l’accento siciliano pur non essendolo, con l’ovvio, patetico e irritante risultato. Un cast composto da “duemila” attori italiani “famosi” la maggior parte dei quali relegata a parti marginali. Viene da chiedersi il perché di tutto ciò… forse per attirare attenzione dove di “sodo” c’è poco?
Alcune cose sono anche carine, ma ormai cavalcano l’ombra di un linguaggio a mio avviso rimasticato e scontato, con l’aggiunta di tutto quel provincialismo che ho descritto sopra.
Alcuni attori molto bravi, ma altri…
Deludente.

FILM: The Hurt Locker

Il film è bello non c’è che dire, pur con qualche riserva.
Non c’è una vera e propria trama, tipica di quei film che cercano tramite un percorso di darti delle risposte o di suggerirti un loro punto di vista. Le immagini scorrono in sequenza in maniera quasi documentaristica e bisogna ammettere che la regista è brava a tenere alto il ritmo, ad eccezione di qualche punto morto. Detto questo nella “morale” di base (se nel caso ce ne fosse una) io ci trovo un non so ché di già visto. La “follia” di chi pur rischiando la vita, lascia a casa moglie e figli, in onore di adrenaliniche dosi di una guerra che aliena e droga i cowboy di turno, mi lascia in bocca un sapore di “già viso”.
Fotografia ottima e regia sapiente, ma… da qui a giudicarlo un capolavoro direi che ce ne vuole.

Lo scritto qui sopra esprime una semplice opinione da spettatore qualunque.