FILM: Tower Heist

Si parla sempre di “furbetti da wall street”, ma qui non siamo ai livelli di Margin Call.
Il film è cazzaro e ci mostra cosa capita quando i dipendenti di un lussuoso grattacielo residenziale scoprono di aver perso tutti i loro risparmi dopo che il loro boss – arrestato dall’FBI – li ha investiti in borsa.
Nasce quindi il tentativo di quest’armata brancaleone di derubare il capo supremo nella speranza di riprendersi i propri denari, guidati dall’ormai ex direttore del personale (Ben Stiller), consigliato a sua volta da un vicino di casa con qualche precedente (Eddie Murphy).

Non siamo certo ad altissimi livelli cinematografici, ma il film si lascia vedere tranquillamente e diverte in una serata traquilla.
Consigliato.
Pelaz.

FILM: La Vita Facile

 

Mmppfffhhh, tse… vabbèh… insomma, solito pataccone italiano. Potrà ad alcuni forse anche piacere (l’ho visto perché la critica ne ha sempre parlato generalmente bene), ma io dico che siamo sempre lì. Nei film italiani c’è sempre questo sottofondo “moralistico sinistroide anticapitalistico che punisce i cattivi a favore dei giusti” che francamente ha rotto un po’ coglioni. Per l’amor di dio, non è questione morale, è che in Italia bisognerebbe trovare altre chiavi di lettura forse (vedere il politicamente scorretto di House per esempio).

Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Solita minestra e soliti luoghi comuni. La trama, bene o male la si intuisce e quel che viene fuori poi non colpisce poi più di tanto. Attualità? Vedere Margin Call per accorgersi di come temi attuali possono essere davvero sbattuti in faccia con scioccante efficacia.
Il cast offre anche qualche buon spunto recitativo, ma non sempre a dirla tutta, anzi, in alcuni casi l’effetto “recitato” puntualmente salta fuori, e poi BASTA CON ‘STA MERDA DI DOPPIAGGIO!!!
Diciamo che ve lo potrei consigliare solo nel caso non abbiate un cazzo da fare.
Pelaz.

FILM: Flypaper

Trailer

Cosa succede quando due gruppi di rapinatori, si ritrovano a rapinare la stessa banca? Béh guardate il film perché merita.
Dei due gruppi uno appare più serio e programmato, mentre l’altro comicamente ridicolo e caratterizzato da due maldestri paesanotti “Hillbilly” dell’america del sud, con un accento (soprattutto il magro) che fa ammazzare e le cui cazzate si sprecano.
A questo poi aggiungiamo una trama non banale, perché tutto ciò non accade per caso e dietro a tutto c’è un filo comune che alla comicità aggiunge anche del mistero. Dai Rapinatori agli ostaggi, che come in un giallo di Agatha Christie, sembrano tenuti in scacco da un disegno superiore. In mezzo a questo spunta ovviamente poi un personaggio che strano è dire poco e il sempre presente lato “romantico”.
Il bello di questo film che trovo davvero brillante è proprio l’unire il giallo, all’azione, alla commedia grottesca con una spruzzatina finale di “rosa”che non guasta.
Avrei preferito qualcosina in più sul finale, ma il film è più che consigliabile!
Pelaz.

PS: Ashley Judd è sempre una gran bella Milf da divanare a tempo zero!

FILM: In Time

Un mondo dove non si invecchia mai, ma la moneta di scambio è il tempo, lo si usa per pagare l’autobus, il caffè, l’affitto. Non ce n’è mai abbastanza, e quando finisce si muore. I ricchi possono vivere all’infinito, ma non sono immortali, un incidente puo’ ucciderli.

Cos’è peggio: vivere alla giornata nel ghetto, rischiando ogni giorno di non avere abbastanza ore per arrivare vivo all’alba, oppure essere ricchi e vivere a New Greenwich, avere tempo in abbondanza e tanta paura di essere uccisi dal caso o da un ladro di tempo? Paura da non aver mai fatto un bagno nell’oceano o qualcosa di azzardato?

Un’idea affascinante che contiene molti spunti di riflessione, tra cui “per pochi che possono vivere in eterno, la maggioranza deve morire giovane”.

Non è uno sparatutto hollywood-iano, ma un film dalle atmosfere inquiete, ben fatto, che lascia molte riflessioni aperte. Le ambientazioni sono davvero originali, molto più liberty ed eleganti che fantascientifiche.

Un misto tra Bonny e Clyde (i due protagonisti), Il gobbo di Notre Dame (per il legame tra la bella e i suoi familiari e il dannato), con le atmosfere di  Gattaca (stesso regista e autore: Andrew Niccol).

Stupendi gli occhi di Sylvia (Amanda Seyfried) mentre Olivia Wilde non ha bisogno di commenti 🙂

Consigliato

link imdb: http://www.imdb.com/title/tt1637688/

FILM: Source Code

Il film ruota attorno alle vicende di un soldato che “inviato” su un treno deve capire chi è il terrorista che lo farà saltare. Attenzione: il treno è già stato fatto esplodere e le persone sono già morte. Non vi sto dicendo nulla, si parla di presente passato e futuro, ma il tutto legato in modo relativamente credibile.
È un film meno banale di quello che ci si può aspettare. Pochissimi effetti speciali poiché la scena è dedicata al contesto emotivo che la pellicola ci regala. Dilemmi tra il sapere se è possibile modificare il futuro tramite le azioni nel passato, e l’eterna lotte tra il cinismo militare e l’emotività sentimentale. Ripeto, film però meno banale di quel che ci si può aspettare.
Il cast lavora ottimamente e i ritmi sono buoni. Essendo “girato” sempre negli stessi contesti, mi aspettavo un passo “pesante” nello scorrere del film, ma anche in questo caso sono stato smentito.
Consigliato.

FILM: He’s Just Not That Into You

Commedia romantica e molto divertente del 2009.
Il film è incentrato sull’ingenuità della simpatica Gigi (interpretata dalla brava Ginnifer Goodwin) su cui poi si basa il pensiero principe della pellicola, ovvero come le donne sin da piccole vengono abituate a credere che se un uomo le tratta male in fondo è innamorato di loro, portandole di conseguenza a vivere una serie di equivoci, di auto-convinzioni e surreali riscontri emotivi che si scontrano poi con la razionalità maschile basata sul semplice principio che (come da titolo) “se non ti chiama è perché semplicemente tu non gli piaci abbastanza”. La nostra protagonista, come un perno centrale, lega le vicende di personaggi intrecciati tra loro che vivono contesti sentimentali turbolenti. Affronterà un percorso che le consentirà di capire qual è la regola è qual è l’eccezione. Ovvero… una donna che vive assurdità relazionali e poi trova l’amore della sua vita è la conferma della regola a cui sono sempre state abituate a credere, o è l’eccezione? è sempre vero in un mondo cinico che si è trattate male da chi in fondo non è realmente innamorato?
Béh Gigi lo scoprirà da sola in questo divertente film che riesce a regalare molti sorrisi.

Il cast è pregevole e lavora molto bene: Ginnifer Goodwin, Jennifer Aniston, Jennifer Connelly, Drew Barrymore, Scarlett Johansson, Ben Affleck, Bradley Cooper, Kevin Connolly, Justin Long… sono sicuramente una garanzia.

Consigliato. 🙂

FILM: The Hangover Part II

Ho visto The Hangover Part II, e mi sono letterlamente pisciato addosso dalle risate!

La qualità è buona e il livello alto. Già col primo, Phillips ha aperto un nuovo modo di fare comicità cinematografica, e la chiave sembra funzionare a dovere, e col secondo sembra confermare come questo modo di raccontare situazioni improbabili ai limiti dell’assurdo sia davvero efficace.
La griglia su cui è costruito il film è la stessa, ma a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare non è deludente, anzi. Si parte da un punto fermo per poi sbizzarrirsi con “variazioni sul tema” che non deludono e nel mio caso posso dire di essermi ammazzato dalle risate!
Una delle prime cose che può saltare all’occhio è l’impietoso (ed improbabile) paragone con la cinematografia comica nostrana, dove i cinepanettoni ricalcano sempre le stesse formule, con le stesse battute, annoiando, e proponendo sempre le solite chiavi di lettura. Qui invece è come ascoltare le variazioni dell’Eroica di Beethoven, sul tema principale gli autori costruiscono con fantasia le situazioni più assurde, dove lo sboccato calza davvero a pennello e dove il tutto è costruito così solidamente da non lasciare nulla al caso.
Il discorso è sempre quello: solida base narrativa, dettagli, caratterizzazioni, ottima recitazione… la ricetta funziona. Il Cast si riconferma solidissimo e in alcuni casi migliora anche. I personaggi – protagonisti e comparse – sono strepitosi e non deludono le attese. Divertente anche in questo caso la breve comparsata di Tyson che ci porta come nel primo episodio, ad un finale che tra i titoli di cosa mostra le foto ESILARANTI di ciò che è accaduto durante la “notte da leoni”. Una delle parti più divertenti del film.
Il primo episodio ha l’onore di aver aperto questo tipo di “gioco” e di essere stato quindi il “Game Changer”, ma credetemi, col secondo non vi annoierete, anzi…
Il resto ve lo lascio scoprire da soli, poiché ve lo consiglio fortemente!!! ;)

FILM: Mona Lisa Smile

È un film del 2003 che non avevo ancora visto e che mi è piaciuto molto.
Ambientato negli anni 50 racconta di come una professoressa californiana (quindi più bohemien e liberal) viene assunta in un serioso college femminile di alto rango, dove l’apparenza solenne sembra essere tutto.
Il “professore fuori dagli schemi” che cerca di spezzare i cardini formali di un istituzione severa ci riporta al famoso “Dead Poets Society” (L’Attimo Fuggente), senza però lo stesso struggente e poderoso impatto emotivo e rivisto in chiave femminista.
La trama (tratta da una storia vera) è un bel ritratto dell’ipocrisia puritana americana che in quegli anni successivi al secondo conflitto mondiale e precedenti alla guerra fredda, vedeva nella famiglia tipica ruoli precostituiti e nello specifico quello delle giovani donne, il cui principale scopo di vita era trovare un buon partito e sposarsi, spesso prima della laurea. La figura di “brava moglie” che passa l’aspirapolvere mentre legge e cucina il polpettone era così radicato a livello sociale da sovrastare per importanza i percorsi scolastici, anche quelli di istituti rigorosi come quello descritto. È quindi chiara l’impronta femminista che vede la protagonista scontrarsi contro quegli stilemi che in alcuni casi hanno precluso alle donne una scelta autonoma, soprattutto professionale.

Il cast è molto ricco: Julia Roberts, Julia Stiles, Kirsten Dunst, Ginnifer Goodwin, Maggie Gyllenhaal etc.
Le signore recitano molto bene e riescono con talento e naturalezza ad indossare ruoli ben scritti e caratterizzati a dovere, così come degni di nota sono i costumi, le scenografie e i dettagli che ci immergono con efficacia in quest’epoca post bellica.
A voler fare i puzzoni, forse qualche piccola moraluccia un po’ scontata la si poteva evitare, ma nel complesso il film mi sembra ben strutturato, scorrevole e soprattutto privo di quell’odioso zitellame acido che contraddistingue le pellicola a matrice femminista.

Consigliato.

FILM: The secret world of Arietty


 

Finalmente al cinema un film dello studio Ghibli, ok, non è  Miyazaki alla regia, ma almeno al soggetto.

Romantico, avventuroso, alcuni personaggi sono già visti: lei assomiglia un po’ a Lana e un po’ a Nausicaa, il selvaggio a Gimpsy, c’è chi vuole rovinare tutto e chi aiutare i Prendimprestito.

Ma insomma, bello, non impegnativo, divertente. Forse un po’ fiacco sul finale, glielo perdoniamo.

 

TV SERIAL: Walking Dead

Collegandomi al topic precedente di Dexter in cui parlavo di serial di alto livello, vorrei segnalare anche questo prodotto della AMC ispirata all’ononimo fumetto americano, dove lande desolate in scenari apocalittici in cui tutto il mondo sembra ormai avariato e invaso da zombie, e dove piccoli gruppi di sopravvissuti cercano in maniera nomade un posto sicuro in cui stare.
Sì lo so… so benissimo a cosa state pensando: “cheppalle la solita storia di zoombie”. L’ho pensato anche io prima di guardarne il primo episodio di cui poi mi sono innamorato.
Béh immaginate un pezzo jazz, anch’esso basato su un piccolo tema principale, magari anche ingenuo e sempliciotto, ma attorno al quale poi i musicisti costruiscono un concerto sbalorditivo.
Qui abbiamo la stessa cosa. Spesso parlando di zombies, la nostra mente torna a vecchi b-movie in cui tutto quel fascino legato alla tragicità della situazione viene sprecato per dar posto alla cazzata di turno che puntualmente riduce la pellicola in una cagata senza sapore. Qui invece la sostanza c’è tutta. Gli effetti speciali ci sono, sono bellissimi ma non rubano la scena. Il discorso è sempre quello… la bellezza, la complessità e la cura dei personaggi, così come la trama “orizzontale” (non puntata per puntata quindi) rende il tutto un ennesimo prodotto di altissimo livello. L’award ai Golden Globes come “Best Television Series Drama” parla da solo.
Ho iniziato ieri a guardare il primo episodio della seconda serie (la prima l’ho divorata) e lo consiglio fortemente per chi, avvicinandosi all’halloween di novembre, ha voglia di guardarsi qualche “mostriciattolo” fatto però con criterio.

Se poi qualcuno come il sottoscritto è interessato ai magnifici make up del serial, qui un filmato molto carino (con anche un bel pezzino jazz alla fine):

Saluti, e fate silenzio… o i “walkers” si accorgeranno di voi!