Paolo e Luna sono tornati (x una settimana)

Un saluto agli scozzesi!

(che sono tornati con una novità …. stay tuned…. rimanete sintonizzati e saprete!)

sabato si esce x una birra al boccale, ci siete?

Hanno anche la scozzesissima birra IPA!

….

Altrochè birra!

la notizia è da champagne….

Complimenti e auguri x il futuro scozzesino!

WANTED

In vista di futuri incontri della gambara, nello specifico con presenza di donne, il distretto GambaraAlcoolica dell’interpol, in collaborazione con le forze di polizia d’oltreoceano, ci ha inviato questa circolare che pubblichiamo immediatamente in vista delle nuove normative atte a tutelare i suddetti incontri da presenze moleste.
La direzione.

cits bike tour, giorno 4, Ossuccio Corsico, 82 Km

Giovedì 31 Luglio 2008
percorso: http://tinyurl.com/viaggiog4

L’ultima tappa è la più lunga. Ormai le giunture sono allenate alle ore in sella, le gambe non temono più le salite, sanno che piano, ma si sale. I rumori e i dolori della bici mi sono noti, so quando posso sforzare, e quando invece rischio di spaccare o far saltare la catena. Comunque rimane sempre l’alternativa di prendere il treno, e finire comodamente il viaggio aggirando le ultime sudate.
Parto presto la mattina, dopo essermi alzato con Bets & family e aver fatto colazione con loro (grazie ancora!).
La statale Regina è un vero disastro di traffico, molti gli autobus che si incrociano e che creano intoppi quasi insuperabili anche in bici, ma la vecchia e decisamente meno trafficata “vecchia Regina” mi aspetta, per regalarmi un fantastico panorama del lago.
Devio prima della prima galleria verso il basso, e arrivo sul lungolago. La vista e il traffico decisamente migliorano. Si alternano splendide ville con giardini profumati di pini e fiori, ponti che scavalcano la strada per raccordare le due ale delle immense ville, gettonate da miliardari e star di hollywood. A proposito, Laglio: mi colpisce per la sua sobrietà, poche vie, qualche negozietto, ma niente di turistico, molto ordinato e pulito.
Il lago scorre piacevole, curva dopo curva, salita dopo discesa, e in poco tempo finisce: peccato, avrei fatto volentieri un’altra mezza giornata su queste sponde, piuttosto che cacciarmi nella calura e nel traffico di Como.
Ecco, arrivando a Como capisco che i guidatori comaschi non ci tengono molto alla vita del prossimo: il passaggio attraverso la città mi conduce verso la salitona in zona Camerlata. Questo è stato il momento in cui ho avuto più paura di finire arrotato dalle auto, che mi sfioravano con un’incredibile confidenza il braccio sinistro.
Il diavoletto tentatore allora, dalla spalla, mi suggerisce di prendere il treno ed evitarmi altre paturnie. La stazione è alla mia destra, potrei salire sul treno e tornare indenne a Milano. Ma ormai la forza di volontà è forgiata, l’esperienza va completata col ritorno a casa, il momento più temuto e desiderato di ogni viaggio. Il diavoletto svanisce nella sua zaffata di zolfo, per l’occasione esalata da un camion (direttiva UE euro meno 100) che millimetricamente mi riporta alla realtà.
Incredibilmente riesco a passare indenne anche questo circo moderno, e procedo verso la brianza.

I falsipiani (si chiamano così anche in discesa) mi rilassano un po’, ma devo dire che ormai anche le salite non sono più l’ostacolo maggiore. Neanche il sole, e il caldo, mi piegano più di tanto. Inizio a capire l’amore dei ciclisti per le giornate di solleone: in effetti pedalando, una leggera brezza rinfresca l’andatura. Forse l’ostacolo maggiore sono fame e sete, che cerco di placare con una barretta energetica e bevande saline o acqua, alternando.
Verso Cermenate arrivo ad un ponte, che i buoni brianzoli hanno arricchito con le più svariate indicazioni, tranne quella di inizio superstrada. Dato che l’unica direzione plausibile era dritto, dritto andai. Peccato che la strada inizi a scendere lentamente, per portarmi ad una superstrada in trincea, due carreggiate e due corsie per senso di marcia, senza più possibilità di uscirne!
Persino gli operai del cantiere mi avvertono (“ehi capo qui non puoi andare” ma detta in dialetto) che me ne devo fuggire, ma a meno di scavare una via di fuga attraverso la trincea, mi tocca andare avanti fino alla prossima uscita incrociando le dita. Devo dire che, nonostante il pericolo, farsi la superstrada in bici è un’esperienza figa, avevo raggiunto velocità notevoli, asfalto perfetto, e zero traffico (per fortuna).
Finalmente finisce la trincea, e scappo fuori da un’interruzione nel guard rail, per finire a Barlassina, dove riprendo la più adeguata statale.
La fame e i camion appostati davanti, mi impongono una tappa in una scrausissima pizzeria a bordo strada. Il pizzaiolo africano ribattezatosi Gino per favorire l’integrazione, non smentisce la fiducia che i molti camionisti gli hanno dato, e prepara una pizza che, saranno le 4 ore di pedalata, mi sembra ottima.
L’ultimo tratto di Nazionale dei Giovi scorre via stanca e assolata, ma piacevole. Il rientro a Milano mi attende, attraverso la Bovisa, le sue fontane, i parchi, e finalmente la doccia di casa.

Mi è piaciuto questo giro. Le gambe e il fiato hanno retto. L’esperienza è stata positiva, e da ripetere.
Uno dei motivi per cui ho voluto fare questo giro è che ritengo che il viaggio in sè sia importante, e non solo la meta, quindi non solo “alzarsi presto per arrivare prima, tirare in macchina”
Ma piuttosto assaporare gli odori e le sensazioni della strada, alla ricerca del passo, della pedalata che ti permette di goderti il paesaggio, e la vacanza, e il vento in faccia.
Se riuscirò, prossimamente mi piacerebbe organizzare qualche viaggio a tappe, magari in francia, o germania, con tenda e qualche attrezzatura da campeggio che mi permetta maggiore libertà di scelta dell’itinerario. L’ideale sarebbe distribuirsi il carico tra due o più persone. Lettore, sei invitato.
Cits

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 3, Canzo Ossuccio, 21 + 6 Km

la tappa lacustre si prospetta facile, le uniche insidie sono la prima salita verso Asso, e la Valbrona che è in leggera salita. Poi mi aspetta la discesona verso Onno, il paese dei pescatori, e il lungolago fino a Bellagio.

Assediato dai turisti, nuovi amanti del lago, forse per le atmosfere a tratti cupe delle acque e le meraviglie naturali, il paese è carino, ma mi aspettavo qualcosa di ineguagliabile. Di certo la vista su questa biforcazione del Lario, visibile dal battello, è notevole.
foto: http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery/947

Sul traghetto per Menaggio (in realtà Cadenabbia) si trovano harley-isti, cicloturisti, e meno sportive se non di nome spider Porsche e Lotus.

L’arrivo ad Ossuccio e doppio pranzo + cena dal Bets mi accolgono all’arrivo. Neanche a farlo apposta, approdo proprio il giorno del compleanno (2 anni) del piccolo Bets, Alessandro. Auguri!

itinerario:
http://tinyurl.com/5ld2rm
http://tinyurl.com/68khng

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 2, Cremnago – Canzo, km 19

Incredibilmente, la catena della bici ha retto. Nonostante gli scricchiolii di tanto in tanto, quando ci metto un po’ più di forza, ha retto. Il ciclista mi ha consigliato di cambiare il gruppo catena e corona, verso fine estate. Mi auguro di non aver accorciato troppo la vita del pezzo, con questa escursione. Gli ultimi 50 metri di salita per arrivare a casa dei miei, di vera salita, li ho fatti portando la bici a mano, e non solo perchè non riuscivo proprio a procedere, è che anche la catena stava segnalando con rantoli vari i suoi ultimi istanti di vita.

percorso: http://tinyurl.com/viaggiog2

Ancora più incredibilmente, le gambe hanno retto, e il culo. Vediamo come se la caveranno con questa seconda tappa.
Mia cugina, preoccupata, mi ha spiegato tutto un itinerario volto a minimizzare le salite, ma tanto alla fine il dislivello da coprire c’è ed è quello, e mi toccherà farlo, prima o poi.
Comunque, seguo le sue indicazioni, che mi portano subito a scendere nella Valsorda da una discesa a rotta di collo, per poi affrontare il tornantone che la guida Miky indicava come il mostro di fine livello, peccato sia all’inizio del videogioco, e di vite ne ho una sola.
Capisco che mia cugina ha bisogno di un po’ più di attività fisica quando arrivo alla “cima” della Valsorda, senza problemi.
Tutti gli altri saliscendi verso Canzo sono divertenti, e il paesaggio, ma soprattutto gli odori di bosco, sono gratificanti.
Peccato mi superino tutti, dalla squadre di ciclisti con divisa e bici, a solitari bikers probabilmente novantenni.
Mi giustifico pensando:
1 non avete le mie borse da 20 kg
2 non avete la mia bici da 20 kg
3 cazzo, sono in vacanza, ci metto quanto voglio per farmi 20 km e poi mi sparo un tuffo nel lago alla faccia vostra! ahah

Riesco ad arrivare da Max che sta ancora dormendo, anche lui se la prende comoda, è in vacanza! Ci aspetta una rilassante gita al lago di Segrino, il più pulito d’europa secondo non so quale rilevamento, e poi una traversata (a nuoto, senza bici 😉 del lago di Montorfano.
http://tinyurl.com/lagosegrino
http://tinyurl.com/lagomontorfano

Grazie a japo per l’ospitalità e per la cena.

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 1, Corsico – Cremnago, km 40

percorso:
http://tinyurl.com/5khsxk

Cerco di svegliarmi presto, ma non ci riesco. Per fortuna i muratori che costruiscono il nuovo edificio gemello di fronte al mio alle 7 precise iniziano a cantare vecchi successi (!) dei pooh: capite bene che è impossibile restare a letto!

La prima tappa è Cremnago.
Per prepararmi al viaggio uso il metodo scientifico, che nel 2000 vuol dire google. il sito http://web.tiscalinet.it/emmcoisson/ciclo/bagagli.htm di un cicloviaggiatore che si è pesato tutto il bagaglio, comprese le aspirine e la tenda, mi fornisce la lista base da scremare.

Incrocio le dite per la sopravvivenza delle piante, controllatina alle gomme della bici, e si parte.
Anzi, tappa alla coop a recuperare beni di prima necessità, cioè camera d’aria di scorta del 28”, e le barrette energetiche. Mi auguro che questa sosta si riveli solo eccesso di zelo, (ma non sarà così!)

Non avendo mai intrapreso un viaggio da solo in bici, non mi sento ancora pronto psicologicamente. Allora, la prendo un po’ larga, mi acclimato al mezzo facendo il giro dei parchi della zona, le Cave, Trenno, Montagnetta: dopo il pranzo e la pennica (vi ho detto che sono in vacanza no?), rifocillato dalla torta salata, mi sento pronto.
Giù dal ponte ciclabile sulla gallaratese, e via verso la prima meta.

Le indicazioni stradali brianzole meritano un paragrafo a parte.
I cartelli sono indecifrabili, mandano l’ignaro ciclista verso pericolose statali o autostrade o bretelle. L’ultimo giorno vi racconterò di come sono finito in superstrada!
Gli autoctoni sono vari: dai veri milanesi col bollino blu, immigrati extra e intra, da pochi o da tantissimi anni, lo si capisce dall’accento residuo; dall’aria indaffarata tutti. Pochi non sanno la strada, già innamorati della toponomia e delle strade di un città che li ospita tutti, e li consuma, a colpi di smog.

Passo la bovisa, la comasina è una traccia appena abbozzata da seguire in mezzo a cantieri che spuntano ad agosto in misura ragguardevole. Scavalco i binari del tram ormai morti più volte, per poi vederli riprendere vita a metà della statale dei Giovi.

I tir mi rispettano, o mi ignorano senza schiacciarmi, sebbene ogni tanto la morte mi accarezzi la spalla sinistra.

“Barlassina”, recita il cartello è a “metà strada tra como e milano”: bene, il passo è buono, gli odori dei fiori e dei pini stanno prendendo il sopravvento sullo smog, ci sono quasi.
Una mangiata colossale dai miei zii prima, dai Citterio poi, mi aspetta.

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

gita in val bodengo domenica 24/8/08

Raccolgo l’inivito di Mizzio, e mi aggrego per una gita in montagna, la cui meta, secondo le usanze del Mizzio, verrà svelata solo all’ultimo momento.
Il team Borrini, Simon, Cits vengono quindi condotti in una vicina ma misteriosa valle, val bodengo (link http://tinyurl.com/62cfqzn ) che conosceva di fama il Mizzio (soggeto, non complemento!).

Molto vicina a Colico, offre nell’avvicinamento una spettacolare vista della valle dell’alto lario, si incunea dietro la montagna attraverso una stretta fenditora, e poi si apre in una splendida e vasta vallata, che vi consiglio di vedere con google earth (vedi allegato).
La salita inizia piano, ma diventa impegnativa per il ghiaione verso la cima. Scollinando, ci attende la vista su un meraviglioso laghetto di montagna, e relativa malga.

vi allego il percorso, fantastico, da guardare con google earth

non ci sono stato, ma da sotto il lago ha questo aspetto:
http://www.openspeleo.org/openspeleo/misc/openspeleo/canyons/64/foto1/B10.jpg

bisogna tornarci!

altre foto (rubate da internet)
http://www.panoramio.com/photo/4795274

http://www.panoramio.com/photo/6274074

http://www.panoramio.com/photo/6274069

Il Big Team colpisce ancora!

Sabato scorso il “Big Team” ha colpito ancora.

Abbiamo aiutato Seba a prendere una camera da letto all’IKEA (armadio, letto, comodini e “chi più ne ha più ne metta”), a portarla nella sua “nuova” casa e a montarla (come si fa con le donne che si conoscono in estate previo check su un Cits MODE OFF).
Mi viene a prendere Seba sotto casa, in compagnia di suo fratello e Cits, destinazione IKEA, dove abbiamo incontrato successivamente i “Seba Parents”.
Le stronzate piovono sin da subito inducendomi a pensare: “iniziamo bene”.
Arriviamo all’IKEA dove ci aspetta un giro dell’edificio che sembra esser stato progettato da Max Mosley, cioé un circuito cittadino misto stretto, condito da maiale brade che decidono di portare i loro mariti/fidanzati/amici di sabato all’IKEA, con ovvi intenti sadomaso!
Dopo aver fatto registrare il miglior tempo al piano superiore ci dirigiamo a quello inferiore, dove tra l’altro ai box del settore “mobili” ci aspettavano i genitori di Seba. Attraversiamo la sezione “tappeti” dove tra un muccato e uno zebrato scorgiamo una mandria di maiale brade al pascolo, sembrava un safari trasmesso da Geo & Geo. Ce la fate da soli ad immaginare le battute, no?

Incontriamo i genitori di Seba, che hanno inizialmente scrutato con non poca sopresa questa Armata Brancaleone, sottolineata da qualche timido “wella… che squadra!”
Prendiamo subito in mano la situazione e carrelli alla mano ci dirigiamo verso gli scaffali “self service”. Io parto a cercare i pezzi, Cits in “Enginnnner Mode On” già inizia ad incazzarsi perchè sul foglio c’è scritto “scaffale” e non “corridoio”, Seba che ci seguiva dicendo “ragazzi calma” e il fratello Lorenzo che bradipava dietro a noi. Arriviamo ad uno dei pezzi da raccogliere, 3 colli matrice xxx, con Seba che prende un cartone e dice “minchia se pesa questo, quanti sono?”, rispondo: “tre”… e giù di tre scatole. In cassa scopiramo l’arcano, poichè non abbiamo preso tre pezzi (cioé tre appendi abiti d’armadio) ma tre scatole da venti ciascuna! Sistemata la cosa con il cassiere da un Neuro e mezzo, ci dirigiamo alla consegna pezzi dall’altra parte vicino all’uscita, evitando quei cazzo di rappresentanti ambulanti che di chiedono di firmare un cambialone per salvare il mondo. Non li cagava nessuno, ma così nessuno da da rivolgersi addirittura alla guardia giurata all’uscita! “They stay at the fruits!”
Dopo una BREVISSIMA attesa – preleviamo gli altri pezzi, così leggeri e poco imgombranti da richiedere due carrelli abbinati e quattro persone per riuscire a trascinare la “combo” sul montacarichi. Carichiamo il tutto a velocità McGiver e con perfezione professional, dirigendoci poi alla Seba House. Una volta arrivati scarichiamo e iniziamo a portare su la roba, tra cui le spalle degli armadi che, viste le dimensioni, ci tocca trasportare a mano per le scale. Faccio ricorso alla solita tecnica imparata facendo il mobiliere (tecnica detta “schiena dritta”): inizio a salire le scale con la spalla dell’armadio sulla schiena dritta, come obelix con i menir. Il padre di Seba mi vede salire al secondo piano (poi tre visto che siamo partiti dall’interrato) e con un certo sconcerto mi dice “ragazzi siete dei muli”. Io pensavo “cazzo non ha visto quando ho portato su la porta blindata a casa di Francy/Caccia”. Seba e Cits decidono di provarci in due. Sto per scendere le scale quando sento “no speta.. girà qui, no lì… adesso,… vai, no Seba porcodio…”, insomma… alla fine ce l’hanno fatta anche loro anche se per l’ultima Cits ha deciso proficuamente di usare la tecnica giusta.
Iniziamo con il montaggio che procede in egual misura su tutti i pezzi: prudenza e attenzione sul primo seguito da una perfetta e veloce catena di montaggio su tutti i pezzi uguali e seguenti. Verso mezzogiorno con un caldo dell’ostrega e una fame della madonna decidiamo di andare a mangiare.

Seba ci porta in un ristorantino molto carino nella provincia sud-ovest milanese a ridosso di un giardino altrettanto carino, laghetto compreso, faceva proprio la sua bella figura. Fine e dall’aria piacevole. Entriamo con Cits che subito entra in trance per l’odore di cozze fresche presente nel salone ben illuminato ed apparecchiato. Ognuno di noi era quasi tentato di “rimaner leggero” per il seguente prosieguo dei lavori (perché non mi crede nessuno quando lo dico?) quando Seba esordisce con: “che facciamo… iniziamo con uno gnocco fritto e tagliere misto di salumi?”. Feeeeega…! Ovviamente contando che Seba ha deciso di pagare in risposta all’aiuto dato, per educazione non rifiutiamo.
Alla fine del tagliere tutto procede liscio con le nostre portate, tra cui le cozze di Cits a cui non ha potuto resistere visto l’odore iniziale.
Ad un certo punto sento “Slurp, slash, chomp champs slip slap champ…”, mi giro.. e vedo Cits che apre, lecca e ciuccia ste cozze manco fosse in ginocchio sotto ad un tavolo a cui siedono Eva Henger, Selen e Silvia Saint! Seba lo vede e dice “aspetta, ti faccio vedere come mangiano le cozze i francesi!”. A me già veniva da ridere quando Seba mostrava a Cits come prendere una cozza, usando il guscio di un’altra come pinzetta. Cits fa il primo tentativo che dura sì e no due secondi sfogando poi un “Seba ma vaffanculo” e ritornando al suo porno amatoriale.
Il pranzo procede come di consueto, terminando con il solitò caffè e grappino e fumata nel giardino esterno. Abbiamo mangiato e BEVUTO bene, così decido di darmi allo sport, sedendomi nell’altalena presente nell’aerea giochi del giardino. Mi intimano tutti di rinunciare vedendo il gancio di ritenzione che scende di due centimetri sotto i miei settantasei chili, optando quindi per un altro “sport”… la RANA!
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1491
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1489
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1487

A cazzate finite passiamo a casa dei genitori di Seba, dove per non offendere accettiamo un altro grappino e dove scarichiamo Lorenzo, poltronato all’ennesima potenza. Io Cits e Seba torniamo al lavoro, dove Fenomeni come al solito, “ci abbiamo dato dentro di brutto”! A fine giornata avevamo completato tutto l’armadio a quattro moduli con due ante scorrevoli e la struttura del letto matrimoniale, ma non solo… il tutto comprende anche una scappata a casa di Tano che aveva chiesto se gli cambiavamo la batteria della macchina, così brasata che non avrebbe fatto funzionare neanche un telecomando!
La serata – con l’aggiunta di Lioi – conclude con un gelato in Marghera, con Cits che si pregustava la domenica successiva in montagna, io che mi pregustavo la domenica successiva da fancazzista davanti al GP e Seba che si pregustava la domenica successiva finendo i lavori a casa sua.
Che dire… altro da aggiungere? Sì! Seba il giorno dopo torna a finire i lavori e alzandosi tira una craniata sullo spigolo della finestra che lo porta poi al ponto soccorso! AHAHAHAHA…
Questo sì che nei lavori è usare la testa! 😀
Diego.

Che cos’è il Genio? – Cronaca di una serata da dimenticare (o da ricordare, a seconda dei punti di vista…)

Come da titolo:
Da dimenticare poiché il tasso di figura di merda ha superato la soglia limite, lontanamente immaginabile, prevedibile e controllabile. Da ricordare in quanto nella storia della Gambara ovviamente non possono mancare episodi che ne scandiscono il cammino e da un punto di vista anche la “crescita”, che sia anagrafica o qualitativa, Insomma, citando il film Renegade con Terence Hill: “le stronzate restano!”

Una ricostruzione filologica della serata del 6 agosto a casa di Caccia sarebbe forse un po’ presuntuosa, vista la difficoltà nel reperire fonti “attendibili” che permettano di ricomporre in maniera cronologicamente esatta gli eventi tra chi era troppo bevuto per aver memoria del disastro, chi limitandosi a risate isteriche ha preferito rimuovere in una subconscia difesa cerebrale, chi non c’era ma gìà si prepara a “distribuire” in giro una propria romanzata e autografata versione e chi invece a seguito della serata non è più rintracciabile, costretto a cambiar cittadinanza dalla paura di ritrovarsi nuovamente faccia a faccia col “molestatore di Corsico”.
Insomma, come succede per le calamità naturali, allo stato attuale possiamo solo fare una stima dei danni, nonostante qualcuno attualmente stia comunque cercando il modo di riparare al disastro, suscitando però non poche risate.
Immaginatevi la scena da graphic novel poliziesco americano: il sergente negro, visto di spalle nel suo ufficio, controluce in una finestra dalle sottili persiane, mug di caffè “very american crap style” e foto di ricercati alla parete tra cui LUI. Inconfondibile:… camminata dritta da scopa nel culo (alla NASA ancora ne stanno studiando la distribuzione dei pesi) barbetta incolta, fronte così alta che ha iniziato a fare il giro sull’emisfero opposto del cranio, occhio da “Torba Rossa” e sorrisetto che a metà tra il “piccola canaglia” anni ’20 e un malefico ghigno sardonico ti dice “sto rompendo i coglioni, lo so e non me ne frega un cazzo!”.

Parliamo di Cits ovviamente, anch’esso invitato a casa Caccia il 6 agosto, cena pre-feriale che ha raccolto il sottoscritto, Tano & Monica, due “amiche” di Caccia e il Cits, tutti in una serata diversa dal solito e forse “speciale”.
Speciale perché già il sottoscritto non ha potuto fare a meno di sottolineare come in Gambara di figa ne sia sempre entrata poca (non a caso tutti noi la tipa l’abbiamo trovata al di fuori) e come questo gruppo di cazzoni si sia spesso macchiato di quello sfigame da “mirtillo giallo” che le donne certo non le avvicina, anzi…
A questo non hanno certo dato una mano le varie amiche/colleghe, delle varie “consorti di turno” che in ogni puntuale occasione hanno sempre proposto “conoscenze” appartenenti a cinque categorie:
1. Le klingons, suddivise a loro volta in due sottocategorie: A) le “sanitarie”, veri e propri cessi multiuso. B) le carrozziere: cofani, bauli e parafanghi di ogni tipo!
2. A.I. acronimo di Intelligenza Artificiale: alcune anche carine, ma così rincoglionite da ritenere “artificiale” un così basso livello cognitivo.
3. Wooden Pussy o Fighe di Legno: Acide frigide e soprattutto delle gran rompicolgioni, se poi terone siamo a posto! Alcune sposano anche caratteristiche Klingons, mentre altre fanno pure le fighe menandosela, magari recitando la parte di quelle che “non la danno in giro”, nascondendo come invece la verità è che a loro nessuno gliela chiede.
4. Asciugone: quelle usano il pirla di turno per sfogare le proprie frustrazioni personali. Il malcapitato di turno si illude di potersela bombare asseconodandola e credendosi “l’uomo che gli sta vicino”, insomma… uno che non ha capito un cazzo!
5. Enterprise Edition: raccolgono le caratteristiche comuni a tutte le categorie. Brutte come un lunedì mattina con sciopero dei mezzi, simpatiche come un multavelox, noiose come un film di Nanni Moretti e con apparato cerebrale softwarizzato Clementoni.
Questo è il motivo in genere per il quale io Cits, Seba e altri generalmente abbiamo sempre detto “no” a questi incontri preferendo (non a caso) trovarci le donne al di fuori da quello sfigame da Mirtillo Giallo che ultimamente ha infettato non poco la GambaraAlcoolica. In caso contrario, l’approccio diventa ludico, quindi occhiata reciproca del tipo “come al solito? Ovvio!” e ci si butta in questi incontri col solito spirito da: “se sono fighe bene, se fanno parte del solito repertorio ci mettiamo a prenderle per il culo, birra rossa alla mano e via di risate!”

Ebbene… considerato come in gambara la gente brillante non manca (pur non essendo dei Giorg Cluni o Chevi Scosner) abbiamo deciso di accettare l’invito a casa Caccia, che ha deciso quindi di spezzare il clima da “universitario sfigato” proponendo due elementi degni di nota, esponendosi tra l’altro personalmente presentandoci non solo due sue amiche e non due colleghe infermiere parigrado ma due dottoresse, carine, simpatiche e per nulla banali. Già dai primi istanti e dalle prime frasi del tipo “la moretti in genere non mi piace ma la rossa merita” si notava come le ragazze erano di matrice buona. Non ritrose davanti ad un bicchiere e sbarellate al punto giusto. (Una non paga il bollo dell’auto da 7 anni, ma questo meriterebbe un discorso o un mutuo a parte). La serata nel suo trascorrere dimostra come le due in questione “ci stanno dentro”, di quelle che se gli parli rispondono senza dovergli tirare il cordino!… in italiano!… che capiscono le barzellette!… non menose o ritrose, divertenti… insomma un crescendo di positività che culmina con il loro apoteottico conoscere ed apprezzare la grolla! Roba da portarsi dietro un prete per sposarle al volo!
La serata come si può capire si è presentata come una di quelle che in ambito Gambara sono più uniche che rare a cui non si può mancare, di quelle da prendere in considerazione. In definitiva… se c’era una serata che non ci si poteva permettere di sputtanare era questa.
Bene… LUI ci è riuscito!

Come dissi a Cits sul divano di casa sua in un briefing “post disastro”, tra una risata e un “bicchiere d’acqua” (AHAHAHA) la prima cosa che uno istintivamente è portato a fare è citare il film “Amici Miei” con “che cos’è il Genio?” Perché la serata ha mostrato tutta la genialità di un membro Gambara nel riuscire a mandare a puttane l’unica serata che non poteva permettersi di rovinare! Cits ci è riuscito!
Un Cits che dopo la “scarcerazione” ha ritrovato alcuni stati di forma ormai dimenticati, quali serate goliardiche a suon di poker, alcool e rutti parlati! Serate in cui il tasso alcolico prima negato dal regime proibizionista, ha permeso a Cits di sbragare in serate casinare! Come quando in una precedente serata a casa Caccia (non certo un convento di suore) dal casino da lui generato (salti sul tavolo compresi) ho potuto per la prima volta sentire l’iper accogliente Caccia dire: “Ragazzi… andate a casa!”, vedendolo poi fuori saltare stile “cavallina” addosso a Lioi che forse solo grazie al “baricentro basso” è riuscito a stare in piedi!
Alcuni dicono che Cits storicamente ha sempre retto poco l’alcool, citando famose serate allo “Sphinx’s”. Altri attribuiscono la “vulnerabilità” al suo non bere mai alcool, neanche a pasto se non in sbragate serate da amici.
Ma l’alcool si sa, enfatizza gli stati d’animo precedenti alla bevuta, quindi se sei depresso, ti deprime di più, se sei gasato ti gasa di più e soprattutto toglie alcuni “lucchetti”.
Cits forse ultimamente è come uno di quei corpi celesti alle porte dell’universo in cui bollono masse di gas ad alta pressione che per forza gravitazionale a volte sfociano in bestemmie ruttate e rabbie represse che altre volte si trasformano in atteggiamenti da “Diavolo di Tasmania” (che mai come in questo caso hanno fatto danni). Insomma era sbarellato di suo e forse è per questo che Tano ritiene fosse sobrio.

“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione!”
1. Fantasia: di sicuro! Le stronzate che riusciva a tirare fuori davanti alle due tipe allibite erano degne di uno dei più quotati creativi della New York più snob!
2. Intuizione: ci vuole un genio per decidere di fare il pirla proprio in questa serata!
3. Decisione: deciso, deciso… non ci pensava due volte prima di dire o fare una minchiata!
4. Velocità di esecuzione: credo che il tempo impiegato dalle tipe per pensare “questo è paranoico” sia da record!
La serata mi ricordava il Cits quando alla ragazza di massetti diceva “chiudi la bocca che prendono freddo i denti”, o Caccia che ruttava in faccia alla Marzia! Il tutto però in modo molto più molesto e violento. Si impuntava sulle cazzate facendo discorsi da ingegnere, in maniera ottusa e volutamente irritante. Scostante all’ennesima potenza con le ragazze che non hanno potuto evitare di dire una frase che ha peggiorato le cose: “sei il solito ingegnere”! A quel punto era come vedere un canile in cui si aprono all’unisono le gabbie! Da Cits sono partite puttanate a cascata condite da continue frecciatine acide alle tipe allibite.
Chiamava le barzellette, ma appena uno iniziava a recitarle lui raccontava subito il finale suscitando la continua incazzatura delle ragazze che lo avrebbero lapidato sul posto! Ovviamente lui si giustificava dicendo “ma sììì, chi cazzo se ne frega di tutta la storia, la gente vuole il finale, non rompete il cazzo!”
Vi lascio immaginare lo sguardo delle due dottoresse, Miriam e Marta, tra Tano che catatonico da mesi ormai non parla più assorto tra i suoi problemi di mutuo, la Monica che pensava alla cucina nuova, Caccia con lo sguardo da “ma porcodio Cits” e la Francy che in silenzio sembrava il nocciolo di un reattore nucleare in continuo surriscaldamento.
Ad un certo punto della serata mi sono ritrovato a parlare sul balcone con Miriam, una delle due (che ha riconfermato non essere affatto ragazza banale), quando spunta fuori Cits lanciando come al solito una delle sue stronzate (e facendo uscire la zanzariera dalle guide tra le madonne di Caccia), con la tipa che vedendolo arrivare si è nascosta dietro di me nel tentativo vano e disperato di non farsi vedere.
Cits come un cane sciolto per tutto il prosieguo della serata a tal punto da portare Francy a sbatterlo fuori di casa mettendo fine alla serata. Cits non contento, con atteggiamenti da “o qui si piazza la figa o vaffanculo” chiede il numero di telefono a Miriam, che glielo dà con lo stesso atteggiamento con cui si da della moneta al lavavetro dopo che hai appena lavato la macchina. Usciamo di casa, Caccia e Francy salgono sulla macchina delle due ragazze per farsi accompagnare a prendere le sigarette. Cits li vede e dice “eccole saliamo tutti in macchina”, mettendosi immediatamente a correre come Forrest Gump e cercando di salire in macchina, con Miriam e Marta che all’interno dicevano “vai vai, parti che sta arrivando!”. Non so come riescono ad allontanare l’animale e a partire con Cits che corre verso la mia macchina gridando “inseguiamole!”. Sembrava T.J. Hooker!
Salgo in macchina ma chiamo Cits che non si era fermato alla mia ma aveva continuato a correre; le tipe ormai sparite (mentre in macchina esprimevano a Caccia e Francy il loro sconcerto) chiamo Caccia. Mi dice che sono al distributore di sigarette ma quando ci arriviamo non li troviamo in quanto “Out of Service”. Ritorno davanti casa di Caccia che “non a caso” mi stava aspettando con Francy. Li accompagniamo in giambella a prendere le sigarette e nel breve tragitto Francesca coglie l’occasione per sottolineare il suo disappunto nei riguardi dell’atteggiamento del Cits, che in risposta non si smentisce, rispondendo con un animato “Cos’ho detto? Eh.. no dimmi, cosa ho detto? No sentiamo allora?!? E poi secondo te se erano infastidite come dici mi avrebbero dato il numero di tel? Vuol dire che ci sta, no?”. La Francy a metà tra l’essere basita e incazzata mentre Caccia tramite lo specchietto retrovisore con lo sguardo mi riproponeva il suo “ma porcodio!”. Riaccompagno a casa Caccia che mi dice “dopo chiamami”! Ahahahahha…

Accompagno Cits a casa che nel tragitto apre un dialogo su cui ogni commento è superfluo:
• CITS: “quale vuoi?”
• DIEGO: “Cosa vuol dire “quale vuoi”, Cits?”
• CITS con tono fermo: “no no, dimmi quale vuoi perché sai l’amicizia viene prima quindi dai dimmi subito quale vuoi così… e no cazzo…”
• DIEGO ” ?!? Cits … è una prima uscita, non è che assegniamo le targhette e via…”
• CITS: “Io comunque preferisco Marta. Fisicamente… e poi la faccia le labbra… e poi le possiamo sentire, c’ho il numero!”
• DIEGO: “Ehm… sì, dell’altra però! Di Miriam.”
• CITS “sai cosa ti dico le invitiamo ad uscire, perché qui bisogna scopare, e mettiamo le cose in chiaro subito, o si scopa o vaffanculo…”
• DIEGO: “No Cits! Se le inviti già subito adesso capiscono l’antifona e ti sfanculano subito lascia perdere! Poi fai la figura di merda!”
• CITS: “Ormai…”
• DIEGO: “Ormai cosa?”
• CITS: “Il mex, ormai l’ho mandato!”
• DIEGO: “Ma no Cits, porcodio… cosa gli hai scritto?”
• CITS: “Se venerdì (due giorni dopo) gli va di fare un’uscita a quattro!”
• DIEGO: ” … ”
Inutile dire come Miriam non abbia risposto!
Arrivati sotto casa di Cits, lo saluto e poi lo vedo scendere, camminare veloce – quasi da podista – con la sua solita postura urlando “minchia come sono fuoriiiii”. Come dire: andato!
Dopo chiamo Caccia per un debriefing della serata che ci impegna per qualche minuto e sul quale emerge il comune pensiero di come Cits dovrebbe vedere meno Sara, ma soprattutto sfogarsi di più con gli amici anziché fare figure di merda! A Caccia poi dico “comunque Cits è tutto tranne che un pirla, vedrai che domattina si renderà conto”.
Ehehehe puntualmente la mattina dopo mentre sto disegnando mi contatta in MSN dicendo:
• CITS: ah ci sei?
• CITS: io sono in coma
• DIEGO: eheheh
• DIEGO: te credo ieri hai bevuto come un animale ed eri fuori come un pistone sbiellato
• CITS: minchia quanto cazzo ero fuori
• CITS: una fatica ad alzarmi stamattina
• DIEGO: tanto ehehehe
• CITS: e a capire che cazzo mi è successo alla testa
• CITS: devo aver fatto delle figure di merda stellare ahah
• CITS: di sicuro non le vedo +!
Direi che inutile aggiungere altro! Suggerisco a Cits di chiamare sia Caccia che la Francy, i padroni di casa, mentre intanto racconto la cosa a Seba che si ammazzava dalle risate al telefono! Parte poi una chat congiunta tra me, Cits, Seba che rideva, Carmine che sapeva qualcosa da Cits ma moriva dalla voglia di sapere e Paolo che non sapendo nulla della serata non capiva un cazzo!
Cits manda un messaggio cumulativo di scuse e ne manda uno anche a Miriam (era meglio una chiamata magari) chiedendo scusa dell’atteggiamento “da vero bollito” tenuto la sera prima! Lei risponde con “Figurati capita anche agli ingegneri… Bollito è il termine giusto!” AHAHAHAHAHAH! La risposta parla da sola!
Pochi giorni dopo, parlavo con Seba di un eventuale tentativo di “recupero” da parte di Cits che – consigliato da un collega – pensava di organizzare una cena a casa sua. La frase di Seba rimarrà nella storia: “A casa di Cits?!? Nooooo… queste non ci vengono ma neanche… alle due tipe devi dare almeno una via di fuga!” Ahahahah!
Béh, il resto è storia di tutti i giorni! 😉
Diego!

pucci

aneddoto del Dane: Intanto ieri ho litigato con tale Pucci, Ciappi, Cicci, Giangi o come cazzo si chiama, noto cabarettista milanese compagno di sniffate di un altrettanto noto centravanti tosco-australiano (diciamo che il cabarettista è più noto per le sniffate in compagnia del calciatore che per le sue doti di comico…). In pieno corso Garibaldi attraversava svagato con due amici mentre chiacchierava a voce alta da sborone, arrivo a passo d’uomo (C.so Garibaldi è “quasi” un’isola pedonale) e chiedo due volte permesso (i tre son fermi in mezzo alla strada ma non si sa mai, anche perchè gli sto arrivando alle spalle e sono contromano). Siccome restano fermi dico “pardòn” e passo, in quel momento uno dei tre si muove e mi viene addosso. Niente di che, lo sfioro appena, al che allargo le braccia mentre ancora pedalo e dico “chiedo scusa, avevo chiesto permesso due volte”…
Subito il bauscia televisivo si mette ad urlare da vera imitazione in plastica del Dogui “ueeehhh, c’hai torto che sei contromano e c’hai pure da direee?!…”
“Scusa eh, ho chiesto permesso due volte, eravate fermi, vi ho sfiorato appena andando a passo d’uomo, ho chiesto scusa, che cazzo devo fare 40 flessioni?!”
“Allora, visto che erri (proprio così, con due erre! n.d.r.) contromano, allora adesso telle faccio farre verrammente le flessioni!…”
“Senti Grande Capo Narice Imbiancata, io ero contromano come tu attraversavi fuori dalle strisce. Quindi abbiamo in torto in due, ma dei due io sono l’unico che ha avuto la forza di chiedere scusa. Poi se vuoi fare il cabaret in mezzo alla strada fallo, tanto non fai ridere nemmeno in TV…” e me ne sono andato mentre quello continuava ad imprecare.
Quasi quasi mi vien voglia di tornare tutti i giorni per rompere i coglioni alla borghesia vip milanese tutta Suv e coca……peccato che C.so Garibaldi non abbia più in Bobone un frequentatore assiduo come una volta…

p.s.: scritta la storia sul forum, in serata ricevo mail di un amico che mi dice che ieri sera sono stati avvistati in C.so Como con regolare Suv parcheggiato sul marciapiede. Gli venisse un tumore al carburatore…..

dane