FILM: The Hangover Part II

Ho visto The Hangover Part II, e mi sono letterlamente pisciato addosso dalle risate!

La qualità è buona e il livello alto. Già col primo, Phillips ha aperto un nuovo modo di fare comicità cinematografica, e la chiave sembra funzionare a dovere, e col secondo sembra confermare come questo modo di raccontare situazioni improbabili ai limiti dell’assurdo sia davvero efficace.
La griglia su cui è costruito il film è la stessa, ma a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare non è deludente, anzi. Si parte da un punto fermo per poi sbizzarrirsi con “variazioni sul tema” che non deludono e nel mio caso posso dire di essermi ammazzato dalle risate!
Una delle prime cose che può saltare all’occhio è l’impietoso (ed improbabile) paragone con la cinematografia comica nostrana, dove i cinepanettoni ricalcano sempre le stesse formule, con le stesse battute, annoiando, e proponendo sempre le solite chiavi di lettura. Qui invece è come ascoltare le variazioni dell’Eroica di Beethoven, sul tema principale gli autori costruiscono con fantasia le situazioni più assurde, dove lo sboccato calza davvero a pennello e dove il tutto è costruito così solidamente da non lasciare nulla al caso.
Il discorso è sempre quello: solida base narrativa, dettagli, caratterizzazioni, ottima recitazione… la ricetta funziona. Il Cast si riconferma solidissimo e in alcuni casi migliora anche. I personaggi – protagonisti e comparse – sono strepitosi e non deludono le attese. Divertente anche in questo caso la breve comparsata di Tyson che ci porta come nel primo episodio, ad un finale che tra i titoli di cosa mostra le foto ESILARANTI di ciò che è accaduto durante la “notte da leoni”. Una delle parti più divertenti del film.
Il primo episodio ha l’onore di aver aperto questo tipo di “gioco” e di essere stato quindi il “Game Changer”, ma credetemi, col secondo non vi annoierete, anzi…
Il resto ve lo lascio scoprire da soli, poiché ve lo consiglio fortemente!!! ;)

FILM: Mona Lisa Smile

È un film del 2003 che non avevo ancora visto e che mi è piaciuto molto.
Ambientato negli anni 50 racconta di come una professoressa californiana (quindi più bohemien e liberal) viene assunta in un serioso college femminile di alto rango, dove l’apparenza solenne sembra essere tutto.
Il “professore fuori dagli schemi” che cerca di spezzare i cardini formali di un istituzione severa ci riporta al famoso “Dead Poets Society” (L’Attimo Fuggente), senza però lo stesso struggente e poderoso impatto emotivo e rivisto in chiave femminista.
La trama (tratta da una storia vera) è un bel ritratto dell’ipocrisia puritana americana che in quegli anni successivi al secondo conflitto mondiale e precedenti alla guerra fredda, vedeva nella famiglia tipica ruoli precostituiti e nello specifico quello delle giovani donne, il cui principale scopo di vita era trovare un buon partito e sposarsi, spesso prima della laurea. La figura di “brava moglie” che passa l’aspirapolvere mentre legge e cucina il polpettone era così radicato a livello sociale da sovrastare per importanza i percorsi scolastici, anche quelli di istituti rigorosi come quello descritto. È quindi chiara l’impronta femminista che vede la protagonista scontrarsi contro quegli stilemi che in alcuni casi hanno precluso alle donne una scelta autonoma, soprattutto professionale.

Il cast è molto ricco: Julia Roberts, Julia Stiles, Kirsten Dunst, Ginnifer Goodwin, Maggie Gyllenhaal etc.
Le signore recitano molto bene e riescono con talento e naturalezza ad indossare ruoli ben scritti e caratterizzati a dovere, così come degni di nota sono i costumi, le scenografie e i dettagli che ci immergono con efficacia in quest’epoca post bellica.
A voler fare i puzzoni, forse qualche piccola moraluccia un po’ scontata la si poteva evitare, ma nel complesso il film mi sembra ben strutturato, scorrevole e soprattutto privo di quell’odioso zitellame acido che contraddistingue le pellicola a matrice femminista.

Consigliato.

PC Nuovo

Quest’anno per il compleanno, il pelato ha raccolto qualcosa d’importante. I brasati di Gambara collettivamente hanno regalato a quest’Aquila settembrina dalla scocca implume (nda. Francesco Casale) un processore e una scheda madre per l’assemblaggio di un pc nuovo, “costringendomi a spallate” ad un cambio rimasto in sospeso da troppo tempo.

Nei giorni successivi ho recuperato i pezzi “di contorno” al cuore del pc, tra cui un “tamarro-case” gentilmente regalato da Lorenzo, con ventolone e luci blu alla “Nerds & Furious”, di quelli che dopo averli visti ti immagini vestito da discotecaro mentre dici “porcoddue me ne sto andando in botta!”. Attacco anche l’allegato alimentatore da 600w ma gli animi si spengono presto, mentre altri non si accendono proprio. Una volta data la corrente e premuto il “commutatore”, dal pc non ho reazione alcuna! Spento, fisso, immobile… come il pisello di matusalemme dopo una notte a Palazzo Grazioli.
Riattacco l’alimentatore alla vecchia scheda madre di Lorenzo e mi accorgo che l’elettricità passa nel sistema ed ipotizzo quindi un qualche problema alla scheda madre, con conseguente fischio dal mio basso ventre, simile a quello udibile durante lo start-up di una turboventola Pratt & Whitney.

Passano alcuni giorni tra bestemmie aramaiche e telefonate, terminate con la convocazione di Lorenzo e Cits per un consulto incrociato sui sintomi ed eventuali terapie che ci portano a testare l’alimentatore in questione con un piccolo apparecchio “fottutamente geek” (per dirla alla Tarantino) che Cits ha preso in prestito da Federico “il moderato”. L’alimentatore non da segni di vita e il tester – come la scheda madre – in suo contatto rimane immobile come Serena davanti ad un piatto di Sushi.
È ncora ignoto il motivo per il quale il maledetto – tramite qualche contingenza elettro-voodoo – continua a funzionare con la vecchia scheda, ma mi convinco a bypassare il problema acquistando direttamente un alimentatore nuovo.

Dopo un accurata ricerca del pezzo giusto, tra marche, caratteristiche, prezzi e consigli pressanti a 360°, decido di puntare su un bel 650w della Corsair. Prezzo buono e alimentatore splendido, confezionato dentro un sacchettino di velluto sintetico, tanto da far apparire grottescamente questo componente hardware come un articolo da orefice.

Porto a casa l’elettromonile ed eseguo un intervento a case aperto che mi consente di assemblare il tutto nuovamente. Attacco i dischi, il dvd, i connettori, cavi, pin, USB, SATA, cip e ciop, trick & track, KGB e CIA… SIII… PUÒÒÒ… FAAAREEEEEEE…!!!
SWITCH ON… e LUCE (blu) FU!

Bene, scheda e cpu vanno, hdd e ventole girano e il pc si accende.
Installo tutto da zero e rimetto le cose sui binari. Dopo una giornata intera passata tra installazioni, aggiornamenti e riavvi faccio qualche test veloce e mi compiaccio del risultato. Il pc funziona.

Béh, che dire… grazie ragazzi! 😉
Diego.

“Sciure” Multimediali

Sciura: «Signor Diego ho un problema con il “tasto di partenza” del pc»

Diego: «in che senso, scusi?»

Sciura: «quasi come se si fosse incastrato…»

Diego «ah… “quasi-come-se”, signora?»

Sciura: «sì, poi mi balla tutta la schermata nera e mi dice che devo avere qualche problema con “uindos”, ma sa… io non l’ho mica mai toccato questo “uindos”!»

Diego «va beneeee…»

TV SERIAL: Walking Dead

Collegandomi al topic precedente di Dexter in cui parlavo di serial di alto livello, vorrei segnalare anche questo prodotto della AMC ispirata all’ononimo fumetto americano, dove lande desolate in scenari apocalittici in cui tutto il mondo sembra ormai avariato e invaso da zombie, e dove piccoli gruppi di sopravvissuti cercano in maniera nomade un posto sicuro in cui stare.
Sì lo so… so benissimo a cosa state pensando: “cheppalle la solita storia di zoombie”. L’ho pensato anche io prima di guardarne il primo episodio di cui poi mi sono innamorato.
Béh immaginate un pezzo jazz, anch’esso basato su un piccolo tema principale, magari anche ingenuo e sempliciotto, ma attorno al quale poi i musicisti costruiscono un concerto sbalorditivo.
Qui abbiamo la stessa cosa. Spesso parlando di zombies, la nostra mente torna a vecchi b-movie in cui tutto quel fascino legato alla tragicità della situazione viene sprecato per dar posto alla cazzata di turno che puntualmente riduce la pellicola in una cagata senza sapore. Qui invece la sostanza c’è tutta. Gli effetti speciali ci sono, sono bellissimi ma non rubano la scena. Il discorso è sempre quello… la bellezza, la complessità e la cura dei personaggi, così come la trama “orizzontale” (non puntata per puntata quindi) rende il tutto un ennesimo prodotto di altissimo livello. L’award ai Golden Globes come “Best Television Series Drama” parla da solo.
Ho iniziato ieri a guardare il primo episodio della seconda serie (la prima l’ho divorata) e lo consiglio fortemente per chi, avvicinandosi all’halloween di novembre, ha voglia di guardarsi qualche “mostriciattolo” fatto però con criterio.

Se poi qualcuno come il sottoscritto è interessato ai magnifici make up del serial, qui un filmato molto carino (con anche un bel pezzino jazz alla fine):

Saluti, e fate silenzio… o i “walkers” si accorgeranno di voi!

FILM: Cars 2

Cars 2 è un film che a mio avviso vince ma non convince. Pixar si è sempre distinta per aver fatto piccoli capolavori, singoli, che hanno raccontato una storia originale, unica e circoscritta a se stessa. Non vediamo in Pixar dei sequel, soprattutto di successo (ad eccezione dell’ottimo Toy Story 3), ma in questo caso la scelta commerciale Disneyana ha prevalso sull’unicità artistica e quindi ci troviamo con un secondo episodio che però ha qualcosa che non va.

Ad essere sincero non riesco a capire COSA davvero non vada in questo film poiché mettendolo sotto la lente di ingrandimento ogni cosa è fatta con criterio. I personaggi come al solito sono uno spettacolo! Ottimi i doppiaggi caratterizzati dai vari accenti (british per la spia da 007, il carro attrezzi con l’accento da “white trash”, la nera, l’ispanico, l’italiano etc…), i suoni sono come al solito un capolavoro (Bernulli l’italiano col canto da F1, la Citroen di loeb con il rombo da rally McQuenn con il suo solito suono pieno da V8 americano). Eccezionali anche le caratterizzazioni degli aerei. Il “single-asle” in rullaggio sul piazzale, i Jumbo o il Learjet sono l’evidente soluzione di continuità che ci porta senza sorpresa al prossimo film Pixar a tema aeronautico.

La storia è molto più articolata rispetto al film precedente, e non è affatto banale. Più da adulti forse, poiché attorno alla buona morale dell’amicizia tra i due, la pellicola ci narra tematiche attuali, come la discriminazione sociale, la crisi degli approvvigionamenti energetici e le speculazioni finanziare dei “furbetti” nascoste sotto innovazioni “Eco-Green”.

Tutto perfetto, di alto livello, eccellente, eppure… eppure non so, non fa sognare. Sarò forse perché gli Americani guardano sempre all’Europa secondo il loro punto di vista, a volte retorico e basato su luoghi comuni, mentre il primo film “americano” era basato su caratterizzazioni molto veritiere che loro in casa propria conoscono meglio.
Non saprei, quest’ultimo ha sicuramente qualcosa in meno.
È comunque una pellicola Pixar, quindi consigliata di default.
Broom brooom!

TV SERIAL: Dexter

Tra le decine di serial che vedo, ci sono alcuni che spiccano per qualità sotto ogni punto di vista. Telefilm impeccabili, innovativi, che lasciano SEMPRE col fiato sospeso e che riescono sempre a rimescolare le carte. Non si cade mai nello scontato, la recitazione è d’altissimo livello, come la cura dei dettagli e la narrazione allo stato dell’arte.
Tra questi in “cimissima” ci metto serial come Breaking Bad, come Lost (ormai terminato), come House, come il nuovo The Walking Dead e – se non il mio preferito in assoluto, direi quasi – DEXTER!

È iniziata da poco la sesta stagione e manco a dirlo stiamo volando ALTISSIMI!
Consigliatissimo, in lungo e in largo, in alto e in basso. CA-PO-LA-VO-RO!

Cips e ciaps, trick e track!

FILM: Super 8

Ooohhh.. finalmente, in mezzo a tante porcate cinematografiche si ritorna un po’ su di livello e qualcosa di decente salta fuori.
Film carino, ambientato negli anni ’80, ma che soprattutto riporta ai film fanciulleschi di quell’epoca. A me vengono in mente molto film come i “Goonies” o “E.T.”, quelle tipiche pellicole in cui i protagonisti sono i ragazzi. Qui Spielberg è solo produttore ma il suo tratto sognatore si sente ed è unito al lavoro di Abrams che, su una storia non proprio originalissima, aggiunge però regia e fotografia di alto livello. Al di là di quel che si può pensare, non è l’effetto speciale che caratterizza questo film, ma l’introspezione psicologica dei giovani protagonisti nel loro cammino di crescita, nelle avventure che incontrano e nelle relazioni parentali a loro attorno cucite. Il tutto realizzato sapientemente, con criterio e in maniera non banale.
Non è un estremo capolavoro del cinema, ma è una pellicola che intrattiene e diverte e che nel mio caso ha consentito al pelato di viaggiare indietro nel tempo, ritrovando almeno in parte le sensazioni che regalavano i film “dei nostri tempi”.
Bèh insomma, questo mi sento proprio di consigliarvelo. 😉
Cips e ciaps.