Corsico come New Orleans!

Sono davanti allo schermo del mio portatilino, intento a ragionare sui disegni da fare per un lavoro racimolato in extremis in questo periodo di magra e lottando contro la sonnolenza data da un Valpolicella di un pranzo tardivo, causa breafing in centro. In lontananza sento il suono di una tromba. Sicuramente mi sto sbagliando! Continuo nel mio sonnecchio-lavorar quando ancora sento l’inconfondibile suono di questo bellissimo ottone e mi affaccio più volte alla finestra. Non vedo nulla, ma oltre le fronde degli alberi sento un strombettare “Dixie”, swingato e in levare. Riconosco tra il Dixieland anche alcuni classici italiani come “oh mia bela madunina” o “Oh sole mio”, arrangiati in stile jazz! Non vedo ancora nulla ma tra le frasche il suono cresce.
Penso a qualcuno che sta studiando con la finestra aperta, ma l’immagine di un calabrese di Corsico che dice “bella zio!”, spegne la musica house o qualche classico di Mario Merola per suonare il jazz con la tromba, è qualcosa che il mio cervello proprio non riesce ad elaborare!
Il suono si fa sempre più vivo, forte e pieno. Mi accorgo che le trombe sono più d’una e mi affaccio per una terza volta al balcone, scorgendo due fisarmoniche e due trombe suonate da quattro nord-africani. Chiamo mio fratello che tramite la cornetta ascolta basito, poiché da ragazzini assistevamo agi zampognari in periodo Natalizio, ma non si è mai visto ad aprile un quartetto jazz… a Corsico!!!
Li ascolto e mi accorgo che sono bravini e che divertono. Apro il portafoglio e butto loro qualche meritato euro dal balcone. Non sono il solo.
Rimango alla finestra e li ascolto con piacere mentre percorrono tutto il prato sotto al palazzo, realizzando come non mi infastidisce vedere quattro immigrati che cercano di tirare su quattro euro sfruttando ciò che conoscono e sanno fare, mentre provo enorme fastidio quando in posta un’impiegato inetto ha bisogno che gli ripeta sei volte le cose e mi chiama “Dill’Ackquila”!
C’è sempre un retrogusto amaro che mi fa chiedere se quei soldi se li intascheranno loro o qualcuno “sopra” di loro.
Per momento cerco di nascondere il disprezzo che in costante crescita provo per il mio paese, lo metto da parte e chiudo il cassetto.
Struzzo ipocrita? Non so… forse, ma non voglio pensarci e ssssstth, silenzio… adesso ascolto il jazz!

Dixie-Pelaz!

Ho vinto!!!

Lo sfrontato e maligno esercito Philips, con alla guida il duca di Maxtor è andato incontro al suo scontato destino, schiacciato dalla ferocia delle truppe di cavalleria Von Adler e capitolando tra i bastioni di Moterboard. Le contrade di Von Pelaz sono in festa ed è l’alba di nuovo giorno.
I subdoli stratagemmi, gli agguati e le trappole a tradimento, non sono bastate alle armate Philips per prevalere sulla tenacia e sull’astuzia tecnica del generale Format che con scaltrezza ha dominato il campo di battaglia sino alla vittoria finale.
Stasera tutti alla locanda, cervogia e succo d’uva per tutti!

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