FILM: The Hurt Locker

Il film è bello non c’è che dire, pur con qualche riserva.
Non c’è una vera e propria trama, tipica di quei film che cercano tramite un percorso di darti delle risposte o di suggerirti un loro punto di vista. Le immagini scorrono in sequenza in maniera quasi documentaristica e bisogna ammettere che la regista è brava a tenere alto il ritmo, ad eccezione di qualche punto morto. Detto questo nella “morale” di base (se nel caso ce ne fosse una) io ci trovo un non so ché di già visto. La “follia” di chi pur rischiando la vita, lascia a casa moglie e figli, in onore di adrenaliniche dosi di una guerra che aliena e droga i cowboy di turno, mi lascia in bocca un sapore di “già viso”.
Fotografia ottima e regia sapiente, ma… da qui a giudicarlo un capolavoro direi che ce ne vuole.

Lo scritto qui sopra esprime una semplice opinione da spettatore qualunque.

 

Bombardier Dash 8 Q400

Piccolo aggiornamento nella “angolo Air Baltic” in vetrinetta. Nuovo Dash 8 Q400 che mi hanno regalato. Manca solo il Fokker e la flotta Air Baltic è al completo!

Cliccare sull’immagine per vederle a dimensione intera.

Windows 8

AHAHAHAHAHA… mi sento un “ribelle anarchico insurrezionalista” a postare questo video sul blog di Cits! 😀

SONO RITORNATO IN POSTA!

Mi avvicino alle porte di vetro e scorgo all’esterno un capannello di anziani in carrozzina che bestemmia a tutto spiano. Sembra un moto raduno. Vado oltre la prima sciura a cui manca solo un gilet di pelle dell’harley e noto un ressa quadrupla rispetto a ieri. Mi dico “non è possibile” e per abitudine la prima cosa che vado a notare sono le impiegate che oggi sembrano ancora più immobili. Anzi… lo sono PROPRIO! Accanto a loro sul vetro, noto come al posto del famoso Garfield, fa bella mostra un cartello “artigianale biologico” che recita: “Causa problema tecnico ai terminali, gli sportelli sono fuori servizio sino a tarda mattinata”. Cristo è l’una e mezza!

Esco e con mio fratello mi dirigo in macchina verso l’altro ufficio postale di Cesano, cercando di anticipare la valanga di persone che di sicuro si riverserà su di esso.
Uscendo una MILF mi chiede: “ma cosa succede” e rispondo dicendo: “niente signora, è che viviamo in un paese di scimmie”. Ribatte a sua volta con: “sì, senza offesa per le scimmie però”. Dieci punti alla signora!

Arrivato all’altro ufficio postale noto stranamente disponibilità di parcheggio. Faccio finta di niente ed entro.
Devo pagare una multa e spedire una lettera (ritenuta d’acconto). In questa filiale aggiornata alle “nuove” tendenze tecnologiche e dotata di “dispositivo anti-vecchia” con numeri digitali per la coda, scorgo il dispenser automatico dei bigliettini suddivisi per tipologia di servizio.
Non essendomi mai ritenuto in cretino, non senza un po’ di fatica capisco quali sono le due code che devo seguire e premo il tasto senza risultato. Premo più forte… invano. Premo ancora più forte, sento un “bip” ed esce un numero, solo che la forza necessaria alla pressione supera quella di gravità di una basamento un po’ leggero. La macchina automatica si sta ribaltando e riesco ad evitare il peggio grazie a mio fratello che placa il “barile” come un Cornerback dei Miami’s Dolphins.

Per il pagamento bollettino leggo A256, mentre sul display lo stato attuale è A102. Rimango basito e mi accorgo come oltretutto quelle centinaia di persone di scarto dentro l’ufficio non ci sono. Mi porto a dx, nella sezione spedizioni e mi accorgo che il display mostra P050 contro il mio P085. Allo sportello nessun cliente e il tipo immobile sembra cazzeggiare come un controllore ATM nel gabbiotto della Metro.
Lo sento biascicare due parole con una sciura che chiede delucidazioni, e lo sento dire “guardi ho riprovato adesso, ma ancora non funziona”. Che cazzo!

Capisco che i sistemi sono a “corpivendole” ovunque, però mi chiedo quale sia l’apporto tecnologico necessario ad imbucare un busta.
Mi faccio avanti per chiedere informazioni, e il gonzo platinato con occhialini da “Signora Fletcher” mi dice che i sistemi non funzionano. Chiedo però se non si possa semplicemente spedire la busta… se non può darmi un francobollo per poterla imbucare nella cassetta all’esterno dell’edificio. Mi risponde dicendo “béh sì, quello in teoria si potrebbe fare”. Inizio ad innervosirmi per quel “condizionale” e nel mentre un extracomunitario chiede anch’esso delucidazioni all’impiegato che lo liquida dicendo che deve prendere il numero e aspettare che i sistemi ritornino in funzione.

Chiedo al pirla un francobollo, lo passa sulla spugnetta così tanto da renderlo madido come dopo una scaracchiata di cammello e mi porge la busta dopo aver preso 60 centesimi! (cristo mi perseguitano ‘sti 60 centesimi!!! La sciura dov’è?)
Avendo risolto un problema e non avendo intenzione di rimanere tutto il giorno in posta, decido di uscire e “regalo” il mio numero all’extracomunitario che mi sorride e mi ringrazia.

Esco e decido di andare a pagare la multa in ricevitoria.
Vado al Bar ****, una delle tabaccherie più malfamate di Cesano Boscone (roba da slogan della Pampero) e mi dirigo verso la cassa saltando la fila di vecchi abbarbicati ai loro “gratta e vinci”. Porgo il bollettino alla ragazza che effettua l’operazione e come ricevuta fa una copia con quelle stampanti-scanner multifunzione. Sto giusto notando come la “fotocopia” del bollettino ha un aspetto un po’ troppo lucido e a suo modo “bello”, quando lei mi dice: “scusa ho sbagliato, ti ho fatto la copia con la carta fotografica”. Le chiedo se per caso ha anche un quadretto per poterla appendere in casa mentre mio fratello sottolinea con: “a saperlo la si faceva a colori”. Lei mi guarda imbarazzata, arrossisce e si mette a ridere.

Va béh, dopo DUE GIORNI riesco a pagare una multa e a spedire una busta. Mi dirigo a casa nella consapevolezza che altri deficienti sono ancora in posta ad aspettare forse invano che dei sistemi riprendano vita. Ho fame, meglio pensare al mangiare, va…