Macialonga – carrozzina – interno

dedicata al racconto che carmine e alessandro conoscono, della nostra stramilano di qualche anno fa.

Rammento al lettore l’episodio, che ha ispirato il mio ispirabile collega Peppo (al secolo Giuseppe Zanotti).

Cits, Carmine e Alessandro correvano la stramilano, circa a metà strada, cioè all’ottavo chilometro, quando le forze iniziavano a venir meno. notiamo una mamma sulla trentina. Spingeva la carrozzina, con fare atletico, e giuro che non siamo riusciti a starle al passo, nonostante le sue grazie abbiano giovato al fine gara  di carmine 🙂

 

Macialonga – carrozzina – interno

Vento contrario inusitato e – che piacere –
crepitìo di ruote plastiche inadatte
alla velocità, ballonzolìo
piacevole di varie superficie accidentate
lungo percorso nuovo di mai visto cielo.
Asfalto, sampietrini, pavé e brecciolino
Corre la mammatletica, mi spinge
dentro la carrozzina in marcialonga
e supera supera per allenamento
e, grande mamma, vai! e va veloce.
Guarda! Talvolta qui qualcuno sporge
la testa in corsa e io saluto
e il sonno mi rapisce,
il cielo mi confonde e non vedrò
io non vedrò il traguardo, mamma,
tutto mi rimbomba voglio un bacio,
voglio una mano, no voglio il mio ciuccio
no voglio la tetta, mamma, voglio, voglio…

(Peppo)

Paolo e Luna sono tornati (x una settimana)

Un saluto agli scozzesi!

(che sono tornati con una novità …. stay tuned…. rimanete sintonizzati e saprete!)

sabato si esce x una birra al boccale, ci siete?

Hanno anche la scozzesissima birra IPA!

….

Altrochè birra!

la notizia è da champagne….

Complimenti e auguri x il futuro scozzesino!

WANTED

In vista di futuri incontri della gambara, nello specifico con presenza di donne, il distretto GambaraAlcoolica dell’interpol, in collaborazione con le forze di polizia d’oltreoceano, ci ha inviato questa circolare che pubblichiamo immediatamente in vista delle nuove normative atte a tutelare i suddetti incontri da presenze moleste.
La direzione.

cits bike tour, giorno 4, Ossuccio Corsico, 82 Km

Giovedì 31 Luglio 2008
percorso: http://tinyurl.com/viaggiog4

L’ultima tappa è la più lunga. Ormai le giunture sono allenate alle ore in sella, le gambe non temono più le salite, sanno che piano, ma si sale. I rumori e i dolori della bici mi sono noti, so quando posso sforzare, e quando invece rischio di spaccare o far saltare la catena. Comunque rimane sempre l’alternativa di prendere il treno, e finire comodamente il viaggio aggirando le ultime sudate.
Parto presto la mattina, dopo essermi alzato con Bets & family e aver fatto colazione con loro (grazie ancora!).
La statale Regina è un vero disastro di traffico, molti gli autobus che si incrociano e che creano intoppi quasi insuperabili anche in bici, ma la vecchia e decisamente meno trafficata “vecchia Regina” mi aspetta, per regalarmi un fantastico panorama del lago.
Devio prima della prima galleria verso il basso, e arrivo sul lungolago. La vista e il traffico decisamente migliorano. Si alternano splendide ville con giardini profumati di pini e fiori, ponti che scavalcano la strada per raccordare le due ale delle immense ville, gettonate da miliardari e star di hollywood. A proposito, Laglio: mi colpisce per la sua sobrietà, poche vie, qualche negozietto, ma niente di turistico, molto ordinato e pulito.
Il lago scorre piacevole, curva dopo curva, salita dopo discesa, e in poco tempo finisce: peccato, avrei fatto volentieri un’altra mezza giornata su queste sponde, piuttosto che cacciarmi nella calura e nel traffico di Como.
Ecco, arrivando a Como capisco che i guidatori comaschi non ci tengono molto alla vita del prossimo: il passaggio attraverso la città mi conduce verso la salitona in zona Camerlata. Questo è stato il momento in cui ho avuto più paura di finire arrotato dalle auto, che mi sfioravano con un’incredibile confidenza il braccio sinistro.
Il diavoletto tentatore allora, dalla spalla, mi suggerisce di prendere il treno ed evitarmi altre paturnie. La stazione è alla mia destra, potrei salire sul treno e tornare indenne a Milano. Ma ormai la forza di volontà è forgiata, l’esperienza va completata col ritorno a casa, il momento più temuto e desiderato di ogni viaggio. Il diavoletto svanisce nella sua zaffata di zolfo, per l’occasione esalata da un camion (direttiva UE euro meno 100) che millimetricamente mi riporta alla realtà.
Incredibilmente riesco a passare indenne anche questo circo moderno, e procedo verso la brianza.

I falsipiani (si chiamano così anche in discesa) mi rilassano un po’, ma devo dire che ormai anche le salite non sono più l’ostacolo maggiore. Neanche il sole, e il caldo, mi piegano più di tanto. Inizio a capire l’amore dei ciclisti per le giornate di solleone: in effetti pedalando, una leggera brezza rinfresca l’andatura. Forse l’ostacolo maggiore sono fame e sete, che cerco di placare con una barretta energetica e bevande saline o acqua, alternando.
Verso Cermenate arrivo ad un ponte, che i buoni brianzoli hanno arricchito con le più svariate indicazioni, tranne quella di inizio superstrada. Dato che l’unica direzione plausibile era dritto, dritto andai. Peccato che la strada inizi a scendere lentamente, per portarmi ad una superstrada in trincea, due carreggiate e due corsie per senso di marcia, senza più possibilità di uscirne!
Persino gli operai del cantiere mi avvertono (“ehi capo qui non puoi andare” ma detta in dialetto) che me ne devo fuggire, ma a meno di scavare una via di fuga attraverso la trincea, mi tocca andare avanti fino alla prossima uscita incrociando le dita. Devo dire che, nonostante il pericolo, farsi la superstrada in bici è un’esperienza figa, avevo raggiunto velocità notevoli, asfalto perfetto, e zero traffico (per fortuna).
Finalmente finisce la trincea, e scappo fuori da un’interruzione nel guard rail, per finire a Barlassina, dove riprendo la più adeguata statale.
La fame e i camion appostati davanti, mi impongono una tappa in una scrausissima pizzeria a bordo strada. Il pizzaiolo africano ribattezatosi Gino per favorire l’integrazione, non smentisce la fiducia che i molti camionisti gli hanno dato, e prepara una pizza che, saranno le 4 ore di pedalata, mi sembra ottima.
L’ultimo tratto di Nazionale dei Giovi scorre via stanca e assolata, ma piacevole. Il rientro a Milano mi attende, attraverso la Bovisa, le sue fontane, i parchi, e finalmente la doccia di casa.

Mi è piaciuto questo giro. Le gambe e il fiato hanno retto. L’esperienza è stata positiva, e da ripetere.
Uno dei motivi per cui ho voluto fare questo giro è che ritengo che il viaggio in sè sia importante, e non solo la meta, quindi non solo “alzarsi presto per arrivare prima, tirare in macchina”
Ma piuttosto assaporare gli odori e le sensazioni della strada, alla ricerca del passo, della pedalata che ti permette di goderti il paesaggio, e la vacanza, e il vento in faccia.
Se riuscirò, prossimamente mi piacerebbe organizzare qualche viaggio a tappe, magari in francia, o germania, con tenda e qualche attrezzatura da campeggio che mi permetta maggiore libertà di scelta dell’itinerario. L’ideale sarebbe distribuirsi il carico tra due o più persone. Lettore, sei invitato.
Cits

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 3, Canzo Ossuccio, 21 + 6 Km

la tappa lacustre si prospetta facile, le uniche insidie sono la prima salita verso Asso, e la Valbrona che è in leggera salita. Poi mi aspetta la discesona verso Onno, il paese dei pescatori, e il lungolago fino a Bellagio.

Assediato dai turisti, nuovi amanti del lago, forse per le atmosfere a tratti cupe delle acque e le meraviglie naturali, il paese è carino, ma mi aspettavo qualcosa di ineguagliabile. Di certo la vista su questa biforcazione del Lario, visibile dal battello, è notevole.
foto: http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery/947

Sul traghetto per Menaggio (in realtà Cadenabbia) si trovano harley-isti, cicloturisti, e meno sportive se non di nome spider Porsche e Lotus.

L’arrivo ad Ossuccio e doppio pranzo + cena dal Bets mi accolgono all’arrivo. Neanche a farlo apposta, approdo proprio il giorno del compleanno (2 anni) del piccolo Bets, Alessandro. Auguri!

itinerario:
http://tinyurl.com/5ld2rm
http://tinyurl.com/68khng

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 2, Cremnago – Canzo, km 19

Incredibilmente, la catena della bici ha retto. Nonostante gli scricchiolii di tanto in tanto, quando ci metto un po’ più di forza, ha retto. Il ciclista mi ha consigliato di cambiare il gruppo catena e corona, verso fine estate. Mi auguro di non aver accorciato troppo la vita del pezzo, con questa escursione. Gli ultimi 50 metri di salita per arrivare a casa dei miei, di vera salita, li ho fatti portando la bici a mano, e non solo perchè non riuscivo proprio a procedere, è che anche la catena stava segnalando con rantoli vari i suoi ultimi istanti di vita.

percorso: http://tinyurl.com/viaggiog2

Ancora più incredibilmente, le gambe hanno retto, e il culo. Vediamo come se la caveranno con questa seconda tappa.
Mia cugina, preoccupata, mi ha spiegato tutto un itinerario volto a minimizzare le salite, ma tanto alla fine il dislivello da coprire c’è ed è quello, e mi toccherà farlo, prima o poi.
Comunque, seguo le sue indicazioni, che mi portano subito a scendere nella Valsorda da una discesa a rotta di collo, per poi affrontare il tornantone che la guida Miky indicava come il mostro di fine livello, peccato sia all’inizio del videogioco, e di vite ne ho una sola.
Capisco che mia cugina ha bisogno di un po’ più di attività fisica quando arrivo alla “cima” della Valsorda, senza problemi.
Tutti gli altri saliscendi verso Canzo sono divertenti, e il paesaggio, ma soprattutto gli odori di bosco, sono gratificanti.
Peccato mi superino tutti, dalla squadre di ciclisti con divisa e bici, a solitari bikers probabilmente novantenni.
Mi giustifico pensando:
1 non avete le mie borse da 20 kg
2 non avete la mia bici da 20 kg
3 cazzo, sono in vacanza, ci metto quanto voglio per farmi 20 km e poi mi sparo un tuffo nel lago alla faccia vostra! ahah

Riesco ad arrivare da Max che sta ancora dormendo, anche lui se la prende comoda, è in vacanza! Ci aspetta una rilassante gita al lago di Segrino, il più pulito d’europa secondo non so quale rilevamento, e poi una traversata (a nuoto, senza bici 😉 del lago di Montorfano.
http://tinyurl.com/lagosegrino
http://tinyurl.com/lagomontorfano

Grazie a japo per l’ospitalità e per la cena.

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/

cits bike tour, giorno 1, Corsico – Cremnago, km 40

percorso:
http://tinyurl.com/5khsxk

Cerco di svegliarmi presto, ma non ci riesco. Per fortuna i muratori che costruiscono il nuovo edificio gemello di fronte al mio alle 7 precise iniziano a cantare vecchi successi (!) dei pooh: capite bene che è impossibile restare a letto!

La prima tappa è Cremnago.
Per prepararmi al viaggio uso il metodo scientifico, che nel 2000 vuol dire google. il sito http://web.tiscalinet.it/emmcoisson/ciclo/bagagli.htm di un cicloviaggiatore che si è pesato tutto il bagaglio, comprese le aspirine e la tenda, mi fornisce la lista base da scremare.

Incrocio le dite per la sopravvivenza delle piante, controllatina alle gomme della bici, e si parte.
Anzi, tappa alla coop a recuperare beni di prima necessità, cioè camera d’aria di scorta del 28”, e le barrette energetiche. Mi auguro che questa sosta si riveli solo eccesso di zelo, (ma non sarà così!)

Non avendo mai intrapreso un viaggio da solo in bici, non mi sento ancora pronto psicologicamente. Allora, la prendo un po’ larga, mi acclimato al mezzo facendo il giro dei parchi della zona, le Cave, Trenno, Montagnetta: dopo il pranzo e la pennica (vi ho detto che sono in vacanza no?), rifocillato dalla torta salata, mi sento pronto.
Giù dal ponte ciclabile sulla gallaratese, e via verso la prima meta.

Le indicazioni stradali brianzole meritano un paragrafo a parte.
I cartelli sono indecifrabili, mandano l’ignaro ciclista verso pericolose statali o autostrade o bretelle. L’ultimo giorno vi racconterò di come sono finito in superstrada!
Gli autoctoni sono vari: dai veri milanesi col bollino blu, immigrati extra e intra, da pochi o da tantissimi anni, lo si capisce dall’accento residuo; dall’aria indaffarata tutti. Pochi non sanno la strada, già innamorati della toponomia e delle strade di un città che li ospita tutti, e li consuma, a colpi di smog.

Passo la bovisa, la comasina è una traccia appena abbozzata da seguire in mezzo a cantieri che spuntano ad agosto in misura ragguardevole. Scavalco i binari del tram ormai morti più volte, per poi vederli riprendere vita a metà della statale dei Giovi.

I tir mi rispettano, o mi ignorano senza schiacciarmi, sebbene ogni tanto la morte mi accarezzi la spalla sinistra.

“Barlassina”, recita il cartello è a “metà strada tra como e milano”: bene, il passo è buono, gli odori dei fiori e dei pini stanno prendendo il sopravvento sullo smog, ci sono quasi.
Una mangiata colossale dai miei zii prima, dai Citterio poi, mi aspetta.

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
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gita in val bodengo domenica 24/8/08

Raccolgo l’inivito di Mizzio, e mi aggrego per una gita in montagna, la cui meta, secondo le usanze del Mizzio, verrà svelata solo all’ultimo momento.
Il team Borrini, Simon, Cits vengono quindi condotti in una vicina ma misteriosa valle, val bodengo (link http://tinyurl.com/62cfqzn ) che conosceva di fama il Mizzio (soggeto, non complemento!).

Molto vicina a Colico, offre nell’avvicinamento una spettacolare vista della valle dell’alto lario, si incunea dietro la montagna attraverso una stretta fenditora, e poi si apre in una splendida e vasta vallata, che vi consiglio di vedere con google earth (vedi allegato).
La salita inizia piano, ma diventa impegnativa per il ghiaione verso la cima. Scollinando, ci attende la vista su un meraviglioso laghetto di montagna, e relativa malga.

vi allego il percorso, fantastico, da guardare con google earth

non ci sono stato, ma da sotto il lago ha questo aspetto:
http://www.openspeleo.org/openspeleo/misc/openspeleo/canyons/64/foto1/B10.jpg

bisogna tornarci!

altre foto (rubate da internet)
http://www.panoramio.com/photo/4795274

http://www.panoramio.com/photo/6274074

http://www.panoramio.com/photo/6274069

Il Big Team colpisce ancora!

Sabato scorso il “Big Team” ha colpito ancora.

Abbiamo aiutato Seba a prendere una camera da letto all’IKEA (armadio, letto, comodini e “chi più ne ha più ne metta”), a portarla nella sua “nuova” casa e a montarla (come si fa con le donne che si conoscono in estate previo check su un Cits MODE OFF).
Mi viene a prendere Seba sotto casa, in compagnia di suo fratello e Cits, destinazione IKEA, dove abbiamo incontrato successivamente i “Seba Parents”.
Le stronzate piovono sin da subito inducendomi a pensare: “iniziamo bene”.
Arriviamo all’IKEA dove ci aspetta un giro dell’edificio che sembra esser stato progettato da Max Mosley, cioé un circuito cittadino misto stretto, condito da maiale brade che decidono di portare i loro mariti/fidanzati/amici di sabato all’IKEA, con ovvi intenti sadomaso!
Dopo aver fatto registrare il miglior tempo al piano superiore ci dirigiamo a quello inferiore, dove tra l’altro ai box del settore “mobili” ci aspettavano i genitori di Seba. Attraversiamo la sezione “tappeti” dove tra un muccato e uno zebrato scorgiamo una mandria di maiale brade al pascolo, sembrava un safari trasmesso da Geo & Geo. Ce la fate da soli ad immaginare le battute, no?

Incontriamo i genitori di Seba, che hanno inizialmente scrutato con non poca sopresa questa Armata Brancaleone, sottolineata da qualche timido “wella… che squadra!”
Prendiamo subito in mano la situazione e carrelli alla mano ci dirigiamo verso gli scaffali “self service”. Io parto a cercare i pezzi, Cits in “Enginnnner Mode On” già inizia ad incazzarsi perchè sul foglio c’è scritto “scaffale” e non “corridoio”, Seba che ci seguiva dicendo “ragazzi calma” e il fratello Lorenzo che bradipava dietro a noi. Arriviamo ad uno dei pezzi da raccogliere, 3 colli matrice xxx, con Seba che prende un cartone e dice “minchia se pesa questo, quanti sono?”, rispondo: “tre”… e giù di tre scatole. In cassa scopiramo l’arcano, poichè non abbiamo preso tre pezzi (cioé tre appendi abiti d’armadio) ma tre scatole da venti ciascuna! Sistemata la cosa con il cassiere da un Neuro e mezzo, ci dirigiamo alla consegna pezzi dall’altra parte vicino all’uscita, evitando quei cazzo di rappresentanti ambulanti che di chiedono di firmare un cambialone per salvare il mondo. Non li cagava nessuno, ma così nessuno da da rivolgersi addirittura alla guardia giurata all’uscita! “They stay at the fruits!”
Dopo una BREVISSIMA attesa – preleviamo gli altri pezzi, così leggeri e poco imgombranti da richiedere due carrelli abbinati e quattro persone per riuscire a trascinare la “combo” sul montacarichi. Carichiamo il tutto a velocità McGiver e con perfezione professional, dirigendoci poi alla Seba House. Una volta arrivati scarichiamo e iniziamo a portare su la roba, tra cui le spalle degli armadi che, viste le dimensioni, ci tocca trasportare a mano per le scale. Faccio ricorso alla solita tecnica imparata facendo il mobiliere (tecnica detta “schiena dritta”): inizio a salire le scale con la spalla dell’armadio sulla schiena dritta, come obelix con i menir. Il padre di Seba mi vede salire al secondo piano (poi tre visto che siamo partiti dall’interrato) e con un certo sconcerto mi dice “ragazzi siete dei muli”. Io pensavo “cazzo non ha visto quando ho portato su la porta blindata a casa di Francy/Caccia”. Seba e Cits decidono di provarci in due. Sto per scendere le scale quando sento “no speta.. girà qui, no lì… adesso,… vai, no Seba porcodio…”, insomma… alla fine ce l’hanno fatta anche loro anche se per l’ultima Cits ha deciso proficuamente di usare la tecnica giusta.
Iniziamo con il montaggio che procede in egual misura su tutti i pezzi: prudenza e attenzione sul primo seguito da una perfetta e veloce catena di montaggio su tutti i pezzi uguali e seguenti. Verso mezzogiorno con un caldo dell’ostrega e una fame della madonna decidiamo di andare a mangiare.

Seba ci porta in un ristorantino molto carino nella provincia sud-ovest milanese a ridosso di un giardino altrettanto carino, laghetto compreso, faceva proprio la sua bella figura. Fine e dall’aria piacevole. Entriamo con Cits che subito entra in trance per l’odore di cozze fresche presente nel salone ben illuminato ed apparecchiato. Ognuno di noi era quasi tentato di “rimaner leggero” per il seguente prosieguo dei lavori (perché non mi crede nessuno quando lo dico?) quando Seba esordisce con: “che facciamo… iniziamo con uno gnocco fritto e tagliere misto di salumi?”. Feeeeega…! Ovviamente contando che Seba ha deciso di pagare in risposta all’aiuto dato, per educazione non rifiutiamo.
Alla fine del tagliere tutto procede liscio con le nostre portate, tra cui le cozze di Cits a cui non ha potuto resistere visto l’odore iniziale.
Ad un certo punto sento “Slurp, slash, chomp champs slip slap champ…”, mi giro.. e vedo Cits che apre, lecca e ciuccia ste cozze manco fosse in ginocchio sotto ad un tavolo a cui siedono Eva Henger, Selen e Silvia Saint! Seba lo vede e dice “aspetta, ti faccio vedere come mangiano le cozze i francesi!”. A me già veniva da ridere quando Seba mostrava a Cits come prendere una cozza, usando il guscio di un’altra come pinzetta. Cits fa il primo tentativo che dura sì e no due secondi sfogando poi un “Seba ma vaffanculo” e ritornando al suo porno amatoriale.
Il pranzo procede come di consueto, terminando con il solitò caffè e grappino e fumata nel giardino esterno. Abbiamo mangiato e BEVUTO bene, così decido di darmi allo sport, sedendomi nell’altalena presente nell’aerea giochi del giardino. Mi intimano tutti di rinunciare vedendo il gancio di ritenzione che scende di due centimetri sotto i miei settantasei chili, optando quindi per un altro “sport”… la RANA!
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1491
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1489
http://www.gambaraalcoolica.it/cms/?q=gallery&g2_itemId=1487

A cazzate finite passiamo a casa dei genitori di Seba, dove per non offendere accettiamo un altro grappino e dove scarichiamo Lorenzo, poltronato all’ennesima potenza. Io Cits e Seba torniamo al lavoro, dove Fenomeni come al solito, “ci abbiamo dato dentro di brutto”! A fine giornata avevamo completato tutto l’armadio a quattro moduli con due ante scorrevoli e la struttura del letto matrimoniale, ma non solo… il tutto comprende anche una scappata a casa di Tano che aveva chiesto se gli cambiavamo la batteria della macchina, così brasata che non avrebbe fatto funzionare neanche un telecomando!
La serata – con l’aggiunta di Lioi – conclude con un gelato in Marghera, con Cits che si pregustava la domenica successiva in montagna, io che mi pregustavo la domenica successiva da fancazzista davanti al GP e Seba che si pregustava la domenica successiva finendo i lavori a casa sua.
Che dire… altro da aggiungere? Sì! Seba il giorno dopo torna a finire i lavori e alzandosi tira una craniata sullo spigolo della finestra che lo porta poi al ponto soccorso! AHAHAHAHA…
Questo sì che nei lavori è usare la testa! 😀
Diego.