11 agosto 2017. “Maremma Maloja”
Tappa 6: Cinuos Chel (CH) (1650 m s.l.m.) – Chiavenna (SO) (325m s.l.m.). Distanza 80 km.
Contro ogni aspettativa, ci svegliamo vivi. Nel senso che la notte ha fatto talmente freddo che nei vari risvegli per brividi ho pensato che non avrei rivisto il mattino fino a nuovo disgelo. In una frizzante mattinata bella umida a 5°C, facciamo colazione ospiti di una famiglia allargata della Svizzera interna, dove la mamma è ligure e si vede che aveva una gran voglia di parlare italiano.
Ripartiamo e per la prima volta sono felice di iniziare in salita, almeno ci scaldiamo.
Il sole fa capolino fra le nubi e tutto diventa felice! La ciclabile prosegue nella bella valle dell’Inn fino a che dei lavori ci fanno deviare sull’argine del fiume. Nel senso che il fiume era proprio sotto, e noi con bici non adatte a terreno fangoso con erba bagnata abbiamo fatto fatica a stare in piedi. Infatti, guadagnato nuovamente l’asfalto, ci guardiamo dicendo entrambi: “bello l’Inn, ma col cavolo che lo rifarei!”. Scopriamo infatti che prima io, poi lui, siamo caduti in momenti diversi ma con la stessa modalità: ruota nella striscia che divide erba e terra e oplà! Rischio di finire nel fiume: altissimo.
Arriviamo a St. Moritz e inizia del buon controvento per tutto il Silvaplana, mentre vediamo che all’orizzonte nubi si addensano sul Maloja. Ciononostante i laghi sono bellissimi ed è veramente particolare vedere gente che fa windsurf con lo sfondo dei ghiacciai. Raggiungiamo il passo a 1850 m s.l.m. e il tempo fa schifo ma non piove ancora. Inizia subito dopo i primi tornanti che affrontiamo almeno all’asciutto (meno male). Ma la pioggia è proprio insistente ed è tutto in discesa, quindi: freddissimo e gocce in faccia come aghi. Andare piano allunga la sofferenza, andare troppo forte è doloroso. Con molto strazio arriviamo in Italia, la priorità è trovare un posto asciutto e caldo, dove mangiare e passare anche la notte.
Al primo tentativo ci volevano far mangiare all’aperto sotto il tendone con la pioggia (noi fradici), al secondo non ci hanno minimamente considerato, al terzo ci han fatto girare le ruote e finalmente, ormai a Chiavenna, troviamo un supermercato mentre ha smesso di piovere ed è pure tornato il sole.
Troviamo sistemazione all’unico ostello (Al deserto) e ci riposiamo direttamente per la cena, dove? Ai crotti ovviamente!
Ci rifocilliamo con i pizzoccheri chiavennaschi e la pioda, dopodiché veniamo raggiunti da Santino, un mio compagno ai tempi dell’università a Pavia. Passiamo la serata con gran chiacchiere su temi di metalmeccanica e memorie pavesi accompagnate da buone birre, ci volevano!
by Fabio