8 agosto 2017. “Laghi di Cancano e terme”
Tappa di riposo.
Prima di intraprendere qualsiasi altra salita impegnativa (tipo lo Stelvio) abbiamo pensato fosse savio spezzare un attimo l’attività intensa con del relax. Per cui, su consiglio di Matteo, abbiamo imbarcato le bici sul bus a Le Prese e siamo sbarcati a quota di poco inferiore a 2000 m s.l.m. presso i laghi di Cancano e San Giacomo nella valle di Fraele. Questi laghi ad alta quota altro non sono che degli invasi artificiali in gestione A2A per produrre un sacco di energia idroelettrica in una centrale posta poco distante da Bormio. In questa cornice alpina caratterizzata da alte montagne con rocce scure e poca vegetazione, si estendono le superfici dei laghi con i loro colori glaciali e qualche conifera a fare da contorno.
Pedaliamo, in pianura, intorno ai laghi per un’oretta, dirigendoci verso lo sbocco della valle che strapiomba sul versante della Valdidentro in una emozionante serpentina di curve presidiata dalle antiche torri di Fraele, baluardo difensivo di Bormio posto in quel luogo allora difficilmente accessibile, che si ergono solide e sontuose.
Poco prima di arrivare a Bormio, facciamo una doppia dose di terme: prima le pozze pubbliche, che sono ricavate dalle stesse acque termali ma più a valle degli stabilimenti, e qui ci riposiamo una buona mezz’ora. Poi svoltiamo per prendere la statale dello Stelvio e fare un accenno della salita che domani ci aspetta impietosa, oggi solamente per 3 km fino ai Bagni Vecchi di Bormio, pagati con valuta corrente e discretamente onerosa, ‘tacci vostra. In questa lussuosa location ci immergiamo in tutte le cascatelle, piscine, saune, terme, pozze e docce possibili, nella speranza che le nostre (mie) povere gambe si riprendano di tono.
Terminato il trattamento, ci dirigiamo in Bormio downtown per una birra. Veniamo raggiunti da Manuela, una mia amica dei tempi dell’uniPavia per la quale sembra che il tempo non sia passato. Chiacchierando scopriamo che Manu ha fatto un corso di russo la cui insegnante è stata Francesca, quindi oltre alle 1000 medaglie, parla anche russo!! La cosa bella di andare in giro è che si ha spesso buone chance di rincontrare persone che hanno fatto parte dei nostri cammini, oltre ovviamente al fatto che se ne conoscono delle altre che magari conoscono delle altre che conoscono le stesse che qualcun altro conosce. Così si chiude il cerchio!
Chiacchierare è bello, ma distoglie l’attenzione e noi siamo in bici a 20 km da Le Prese con il buio che incombe e i ristoranti che chiudono. C’è un’unica soluzione: oggi facciamo una cronometro. In 35 minuti netti siamo al ristorante “Alpina”, che fa degli sciatt che non vi sto a spiegare, tant’è che per me e Cits, il paese di “Le Prese” è stato rinominato in “Le Cene”.
by Fabio