Tappa 2: Arcene (BG) (152 m s.l.m.) – Capo di Ponte (BS) (360 m s.l.m.). Distanza 100 km.
Con un perfetto umore, mix tra positiva energia e ispirato vigore, riprendiamo la mattinata facendo colazione con lo stesso mood della sera prima. Ma è tempo di andare e l’obbiettivo di oggi è fare tanti km possibilmente senza bagnarci. Infatti, dirigendoci verso est, pedaliamo con alle spalle un cielo plumbeo, mentre davanti, raggi che squarciano delle nuvole di offrono un barlume di speranza all’asciutto, nonostante le previsioni indichino un monsone in arrivo.
Ad un certo punto attraversiamo un largo fiume senz’acqua. Gli chiedo: “ma sei Serio?”. “Si”. Maledetta siccità! Per fortuna al nostro arrivo a Palazzolo sull’Oglio notiamo con sollievo che almeno l’Oglio col bene che ti voglio ha una discreta portata d’acqua di ragguaglio che butto in rima su ‘sto foglio da serraglio (yo, anzi, ‘gliò!). Il vento si rafforza e raffiche insistono. Nell’ansia di trovare un posto asciutto, ci imbarchiamo in uno stretto sentiero non protetto in fregio ad un canale discretamente profondo e con molta corrente, dall’altro lato una ripa scoscesa ci porta a pensare che forse non era un percorso ciclabile. La Madonna sa che non ce l’avevamo con lei in quel momento, però credo le abbiano fischiato i rosari. Ormai fuori pericolo, giungiamo a Capriolo proprio nel momento in cui il coniuge della Vergine decide di tirare l’acqua. Troviamo riparo nel classico bar da incrocio stradale dove Chun Li ci serve delle bille Moletti di metà mattina.
Siamo ormai in prossimità del Lago d’Iseo. Da Sarnico risaliamo in sponda occidentale tutto il Sebino in compagnia di un vento da tempesta che ovviamente spira in direzione opposta alla nostra. Almeno non piove, anzi, le acque mosse e i raggi di sole filtranti creano un gioco di incredibili tonalità di azzurro sulla superficie del lago. La discontinua pista ciclabile si ritaglia il suo spazio fra gallerie, versanti franosi, falesie impressionanti e grigliate di sudamericani.
Al termine del lago, siamo in Valcamonica, l’Oglio riprende a scorrere ora tortuoso ora placido. Il ben fatto percorso ciclopedonale ci permette di osservare bellissimi scorci dell’antico ponte di Cividate Camuno e del fiume che modifica il suo corso con pendenze più decise e gole che, ahinoi, la ciclabile deve assecondare. Ecco allora strappi in salita seguiti da discese e ancora salita e poi discesa. Arriviamo a Capo di Ponte in serata e ci rilassiamo in un B&B, domani iniziano le salite e non si scherza più
by Fabio