Altro film italiano. Anche in questo caso ero prevenuto, ma devo dire che mi è piaciuto.
Ho iniziato a vederlo perché mi sono piaciuti 5 min di preview visti sul corriere, dove ho apprezzato il ritmo del film che scorre molto bene.
Non è certo un film pro-sbirri fascistoidi, né un’acida critica da barboncello drogato da centro sociale. Mi sembra un esercizio che tenta di metterci nei panni degli altri, in maniera anche scomoda a volte. Più volte durante il film può capitare che in mente nasca la domanda “eehhh mica facile… e tu cosa faresti in quella situazione?”.
Il film ci presenta le ignoranze di pensiero destrorse, le intolleranze e le ideologie. Non ce le nasconde ma non le giustifica. Cerca invece di porre uno sguardo a cosa accade dentro quei caschi, perché non è questione di ideologie giuste o sbagliate, ma vere e proprie realtà sociali con cui – ci piaccia o meno – dobbiamo fare i conti, soprattutto quando scopriamo che di fronte non abbiamo dei “privilegiati”, anzi…
C’è sicuramente il senso di qualcosa che nelle istituzioni non funzioni, come non funziona quella parte di critica aprioristica superficiale che vede i “cattivi delle forze dell’ordine” come la causa di molti mali e non, invece, un effetto. È un esercizio mentale troppo grosso forse per le grandi masse, e non vale solo per i temi trattati nel film.
Il film ha un buon ritmo. Non si perde, scorre bene ed è ben recitato. Favino è grandioso, ma non è il solo ad essere entrato nella parte. Un po’ di retorichetta italica c’è comunque, ma tutto sommato lo reputo un buon film che merita di essere visto.
Pelaz.