12 agosto 2017. “Terre di laghi”
Tappa 7: Chiavenna (SO) (325m s.l.m.) – Luino (VA) (200 m s.l.m.). Distanza 110 km.
Sapendo quanto ci vuole in Macchina da Luino a Chiavenna, mi rendo conto che sarà lunga. Ma iniziamo tardi perché passiamo al birrificio Spluga di Chiavenna a salutare il proprietario che Cits conosce in quanto grande frequentatore e amante del prodotto locale. Chiacchieriamo a lungo, ma niente birra, solo caffè! Poi siamo pronti per coprire questa tappa che inizialmente viaggia bella filata lungo la ciclabile che da Chiavenna, anzi Gordona, ci porta fino al lago di Mezzola.
Oltrepassato il cosiddetto “pian di Spagna”, ovvero una bella area umida che divide il lago di Mezzola dal lago di Como, iniziamo a pedalare lungo il lato occidentale del Lario. Attraversiamo i bei paesi rivieraschi quando, a Gravedona ad un semaforo, incrociamo il Bets, il compagno di banco storico di Cits ai tempi del liceo. I due si erano sentiti, ma non di certo si erano dati appuntamento in prossimità di Gravedona, a pochi passi da casa della mamma di Bets. Questa coincidenza astrale si condensa in una pausa caffè a casa della Bets-mamma con una splendida vista lago.
Riprendiamo la pedalata e scopriamo tanti begli scorci lungo la vecchia Strada Regina, ormai in disuso se non per i ciclisti. Raggiungiamo Menaggio ed è il momento di salire i tornanti verso Porlezza e valicare un altro spartiacque. Con somma sorpresa, c’è un pista ciclabile meravigliosa che inizia inaspettatamente ad un tornante e sale fra boschi lontano dal traffico. Continuiamo il tragitto ciclabile veramente ben fatto fino a Porlezza e ci buttiamo su strada.
Arriviamo ad attraversare nuovamente il confine Italia – Svizzera a Gandria, dove ci mangiamo la salita con nonchalance fino ad arrivare a Lugano. In città ci fermiamo a riempire le borracce, Cits girandosi trova un volto familiare: “Uè ciao, che ci fai tu qua?”. È Federico Morlacchi, atleta di nuoto paraolimpico nonché concittadino di Luino. Ma come diavolo si conoscono, ma soprattutto, quante possibilità ci sono di incontrarsi lontano dal contesto delle piscine milanesi mentre fai un tour in bicicletta? Spiegati i misteri, salutiamo il campione augurandogli il meglio per i prossimi mondiali mentre noi continuiamo attraversando Lugano.
“Questa è l’ultima salita” è un ritornello ripetuto troppe volte da qui fino a Luino. Ma ormai il traguardo è vicino, e l’aria dei posti che conosco a memoria mi galvanizza dandomi lo sprint per gli ultimi kilometri. Alle 17:30 arriviamo a Luino a casa Sai e il comitato di accoglienza è tanto caloroso quanto numeroso: fratelli, cognate/i e nipoti riempiono la casa e il tutto non può che terminare con una sonora mangiata. Come ho fatto io per portare la bici a Milano, Cits chiuderà l’anello tornando all’ombra della Madunina lungo il Verbano, il Ticino e il Naviglio Grande, mentre io mi potrò finalmente riposare dopo questa felice fatica.
Abbiamo: percorso 590 km in una settimana, coperto un dislivello totale di circa 8000 metri a salire e altrettanti a scendere (secondo Google), valicato 4 passi (Mortirolo, Stelvio, Resia, Maloja) più altri due (Martina e da Porlezza a Menaggio), incrociato importanti fiumi (Adda, Serio, Oglio, Adige, Inn, Mera), dormito ospiti per 3 volte, 2 notti in tenda e in altrettante in strutture alberghiere, bruciato migliaia di calorie e ingerite il doppio, conosciuto nuove persone e rivisto facce amiche, sofferto il caldo ed il freddo, pedalato in 3 stati diversi, ascoltato storie e raccontate, salutato centinaia di ciclisti sconosciuti, visitato luoghi e riscoperto che la lentezza non è una cosa negativa.
Il cicloturismo è, senza dubbio, uno stile di vita ed è bello avere la fortuna di poterlo praticare. La gioia che si prova nello scrivere un diario di viaggio è superata solo da quella che si ha nel rileggerlo a distanza di tempo. Grazie a Cits per essere un compagno di viaggio impeccabile sempre pronto a nuove sfide e per avermi iniziato a queste belle avventure in bicicletta. Alla prossima!
by Fabio