joshua tree

sono all’aereoporto in partenza, prima tappa ritorno a san francisco
il giovedì è stato intenso, partenza lenta da casa bellini
jacopo ha  fatto i pancakes ai figli, niccolò (5 anni) e giulio (3), e
uno anche a me
sono abbastanza facili, metti la farina, mischi con un uovo, monti,
aggiungi poco latte, finchè non diventa abbastanza consistente, non
liquido ma non solido come un impasto del pane.
friggi nel burro ( o margarina, qui credono che siccome è vegetale sia
meglio del burro o dell’olio!!!, i grassi idrogenati non sono un
problema, direi)
e gnam! condito con sciroppo d’acero, fragole e quello che ti pare

partiamo tardi, dopo le 10.30, direzione joshua tree park, 250 km verso nord est
prima di rimanere a secco completamente, facciamo una deviazione per
far un po’ di benzina, e poi ci fermiamo qualche minuto ad ammirare le
propaggini del parco,  siamo soli, ottimo inizio per un deserto.
abbiamo poco tempo, siamo arrivato quasi alle 14, il ranger ci dà le
dritte per un giro minimale
giardino dei cactus, un cartello spiega che l’incendio che ha bruciato
tutte le basi dei cactus non c’è mai stato, è solo la selezione
naturale che favorisce il rapido appassimento, lasciando fiorite solo
le punte
big rocks, rocce da film di dune, o paesaggio extraterrestre, da
fumetto belga, tipo aldebairan

http://www.google.com/images?um=1&hl=it&client=ubuntu&channel=fs&biw=1280&bih=575&tbs=isch%3A1&sa=1&q=aldebaran+comic&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=

skull rocks, anche queste rocce danno l’idea dell’immensità
dell’erosione, e della forza della natura che qui si manifesta con
un’energia pazzesca.
il vuoto del deserto e il suo silenzio colpiscono i sensi quanto il
caldo comprime i polmoni. andiamo senza aria condizionata per
respirare ogni odore del deserto, per fissare meglio  ogni ricordo e
associarlo ai 5 sensi, dove il senso del gusto è dato dal sapore della
nostra sete
joshua tree, degli alberi che iniziano la loro vita come cactus, ed
evolvono arricciando le foglie ad ago verso il basso, formando la
corteccia dell’albero, elevando le braccia al cielo, la musica degli
U2 corre sulla radio, meritata pausa dal silenzio del parco.

http://www.nps.gov/jotr/planyourvisit/desertpark.htm

foto: http://maps.google.com/maps?ll=34.037867,-116.101112&spn=0.129732,0.439453&t=h&z=12&lci=com.panoramio.all

dam, qui una vera diga fatta dai cowboy il secolo scorso, per portare
il bestiame al pascolo, una  volta un laghetto profondo 3 metri, ora
una pozza che a fine estate è quasi estinta

key point, con vista sulla faglia di sant’andrea, e sul tramonto, come
il nostro ritorno in auto verso solana

all’arrivo, bistecca alla brace, insalata e patate, e siccome oggi è
morto tony curtis, ci guardiamo "a qualcuno piace caldo", con lui,
marilyn, e jack lemmon!

venerdì 1  ottobre
oggi giorno di partenze, impacchetto tutto l’impacchettabile, e
procedo con i saluti
mi rimangono da fare un paio di giri, uno a vedere san diego e il suo
centro, e la spiaggia, con l’isola di coronado e l’omonimo hotel (dove
guarda caso hanno girato "a qualcuno piace caldo")

tornerò, con corda da arrampicata, tenda e magnesite, oppure con la
muta da surf. oppure in bici, con borse capienti e 3 borracce.
o forse con la moto, da nord a sud della costa ovest
tornerò
poi vediamo come